Gli impianti eolici influenzano davvero il clima locale? Secondo un recente studio condotto da ricercatori texani, le turbine eoliche possono sì alterare il clima locale, portando calore nel punto del terreno dove sono dislocate, ma non proprio dappertutto. Queste ricerche condotte in un preciso punto degli Stati Uniti, iniziate già nel 2010, sono utili per osservare e capire i meccanismi fisici e le reazioni eolico-territorio su larga scala e dimostrano che i dati satellitari sono davvero indispensabili per incremetare la conscenza sull’evoluzione del Pianeta.
Le industrie eoliche possono alterare il clima delle località immediatamente vicine, facendo innalzare le temperature notturne del terreno, è ciò che hanno dimostrato dei ricercatori texani. Gli studiosi hanno utilizzato dati satellitari per dimostrare che la terra attorno alle turbine eoliche di nuova costruzione si riscaldava di più rispetto alle aree adiacenti. Il risultato, pubblicato nella rivista Natura Climate Change, è la conferma di uno studio minore precedentemente effettuato già nel 2010. Gli scienziati ritengono che l’effetto calore è causato proprio dalle turbine, che portano una certa quantità di aria calda verso il basso, al livello del terreno. Gli stessi hanno visto che le turbine eoliche, in altri punti, non produrrebbero lo stesso valore di innalzamento delle temperature rispetto a quello del terreno immediatamente sottostante.
L’area presa in esame, situata nel Texas centro-occidentale, ha visto una grande diffusione delle turbine eoliche, costruite soprattutto nel corso degli ultimi dieci anni, evidenziando un numero in forte crescita, da 111 nel 2003 a 2325 solo sei anni dopo.
I ricercatori hanno utilizzato dati provenienti dagli strumenti Modis della Nasa, presenti sui satelliti Aqua e Terra. Questi satelliti sono dunque stati utilizzati per misurare le temperature del terreno tra le regioni prese in esame dallo studio, considerando il tempo che è intercorso tra l’inizio e la fine del boom di costruzione delle turbine, definendo la differenza tra la media 2003-5 e quella del 2009-11.
L’intera regione ha visto un innalzamento delle temperature, che era molto più evidente attorno alle industrie eoliche. I ricercatori hanno cercato anche altri fattori che avrebbero potuto alterare il risultato, come cambiamenti della vegetazione e flora circostante, ma hanno visto che questi cambiamenti erano troppo inconsistenti per poter essere la causa prima dei cambiamenti climatici osservati.
Ma c’è un limite alla diffusione del calore? Il cambiamento delle temperature non è stato identico per tutte le industrie eoliche esaminate. Avendo calcolato una media dei dati, i ricercatori hanno affermato che la scala degli effetti che hanno riscontrato è equivalente a un innalzamento delle temperature di circa 0.72° C ogni dieci anni. Riconoscendo che questo risultato potrebbe essere interpretato nel modo sbagliato, il ricercatore che ha condotto gli studi, Liming Zhou, ha voltuto tranquillizzare le persone: “L’andamento di riscaldamento che si è stimato si può solo applicare alla regione studiata e al periodo preso in esame, dati che non possono essere estrapolati linearmente e resi validi anche per altre regioni o per lunghi periodi. Presa in esame una determinata industria eolica, l’effetto riscaldante è più probabile che raggiunga un limite, piuttosto che continui ad aumentare ancora, se non vengono aggiunte nuove turbine.”
Durante la notte, l’aria sopra il livello del terreno, tende ad essere più calda rispetto al terreno stesso. Il dottor Zhou e i suoi colleghi credono che le pale delle turbine semplicemente scaldino l’aria, mescolando quella calda e quella fredda, e portando parte del calore generato giù al livello del terreno.
“Il risultato mi sembra ben evidente – ha commentato il professor Steven Sherwood dal centro Climate Change Research Centre dell’Università di New South Wales, in Australia. “Durante le ore diurne le temperature non sembrano essere colpite. Questo ha un senso, se si pensa che la stessa strategia è comunemente utilizzata dai coltivatori di frutta che fanno volare gli elicotteri sopra i loro frutteti per evitare che si formi la brina mattutina”.
Lo studio del 2010, anch’esso statunitense, ha usato i dati provenienti da un unico punto del territorio e simulazioni al computer per dimostrare che le turbine eoliche potevano produrre calore in quello stesso luogo. Il dottor Zhou, dalla State University di New York, in Albany, ora vuole provare a portare gli studi su una scala più ampia e cercare di decifrare ancora meglio il meccanismo.
“Questo articolo è un primo passo per esplorare il potenziale dell’utilizzo dei dati satellitari per quantificare il possibile impatto delle grandi compagnie eoliche sul tempo atmosferico e sul clima, – ha spiegato alla BBC News – stiamo estendendo questo approccio di studio anche ad altre compagnie eoliche e ai modelli di costruzione degli impianti, per capire meglio i processi fisici e i meccanismi che interagiscono tra le turbine eoliche e i vari strati che dell’atmosfera vicini ad essi e alla superficie del terreno”.