Sono sempre di più le persone che decidono di partire con un senso. Di esplorare nuove terre conoscendo da vicino l’ambiente e compartecipando con la popolazione locale. C’è un momento nella vita di ognuno in cui non si parla più solo di partire per andare a fare il chilo in albergo o di vagare senza una meta precisa, ma di andare in aiuto di qualcuno o qualcosa, di portare il proprio piccolo contributo al mondo, perché si sa, il dare è tra le più belle forme del ricevere, anche e soprattutto viaggiando.
Per questo sono sempre più in numerose le agenzie, le onlus o altri tipi di associazioni che propongono vacanze sostenibili e di eco-volontariato per il mondo. I paesi in cui sono solitamente organizzati i campi di volontariato sono Africa, Asia o America Latina. Ma anche l’Italia e l’Europa. L’obiettivo è quello di conoscere un posto senza intaccarlo, senza stravolgere le abitudini di vita locali, in nome del turismo selvaggio, ma anzi, di alimentare e far crescere una rete di collaborazioni proficue e sostenibili. Anche senza precedenti esperienze nel settore, è possibile per i turisti-volontari partecipare ad un’ampia varietà di progetti e svolgere diverse attività. Queste vanno dall’istruzione e insegnamento di varie discipline, alla conservazione della biodiversità degli ecosistemi locali, sistemazione e pulizia di determinate aree, fino alla promozione di educazione ambientale presso le comunità locali.
Le attività proposte dalle associazioni si svolgono generalmente per tutto l’arco dell’anno, grazie all’impegno di staff qualificato e professionisti locali che seguono i progetti e si occupano in loco di formare e supervisionare i volontari. In alcuni casi, si collabora con organizzazioni locali, che incoraggiano il lavoro. Perché dunque non andare in Messico a salvare le tartarughe o nell’Amazzonia peruviana per la riabilitazione della fauna selvatica? In Costa Rica, Kenya e Sudafrica, ma anche in Ecuador (Isole Galapagos) si partecipa attivamente alle attività di rimboschimento e alla promozione dell’agricoltura biologica; e ancora in Nepal, in Cambogia, in Thailandia e alle isole Fiji si collabora in progetti di tutela di flora e fauna. Campi di volontariato e di insegnamento possono esserci in India, in Sud Sudan ma anche in Grecia.
Ma non c’è bisogno di andare per forza all’estero. In Italia, tra i vari campi, c’ è quello sull’ isola di Linosa in Sicilia, a salvaguardia della tartaruga Caretta caretta, per esempio. I volontari aiutano i ricercatori a monitorare la deposizione e la schiusa delle uova, curano gli esemplari che restano presi all’ amo dai pescatori, si alternano in cucina e nel fare le pulizie. Oppure in Basilicata, nell’Oasi di Bosco Pantano, una foresta planiziale che sconfina su un mare cristallino; e ancora in Abruzzo dove il parco offre attività come pulizia e manutenzione di sentieri e assistenza al personale dell’Ente Parco. Questo solo per fare qualche esempio.
Tra siti, blog, forum, oggi è possibile rimanere più che aggiornati su queste tipologie di viaggi, avere confronti con altre persone, incontrare compagni di viaggio e di pensiero. E scoprire viaggi solidali sempre più accattivanti come l’esperienza di volontariato in un kibbutz, viaggi a Mosca e San Pietroburgo che prevedono la partecipazione ad incontri sul tema dei diritti umani o a conoscere l’ospitalità delle famiglie in una terra come l’Armenia.
La partecipazione è aperta a tutti, solitamente a partire dai 16-18 anni in su. Studenti, neo laureati, lavoratori, professionisti, pensionati. Non sono richiesti particolari requisiti per partecipare. La cosa importante è il desiderio di agire e mettersi in gioco. In base alla stagione migliore per la zona di destinazione, si può scegliere liberamente il paese che si preferisce, le date di partenza e la durata di partecipazione.