La ricostruzione del cranio di un marsupiale carnivoro estinto, il Nimbacinus dicksoni, fa pensare che sia stato in grado di cacciare prede più grosse di lui, vertebrati di dimensioni corporee sicuramente più grandi.
Questo è quanto riferisce sulla rivista Plos ONE, Marie Attard, ecologa della University of New England, Armidale, che si è occupata dello studio relativo all’animale insieme ai colleghi della University of New South Wales, Sidney.
Il Nimbacinus dicksoni è un membro della famiglia estinta dei Thylacinidae, marsupiali carnivori che vivevano in Australia e Nuova Guinea, durante il Miocene Medio.
Oltre ad una specie estintasi recentemente, la maggior parte delle informazioni note sui passati taxa appartenenti a questa antica famiglia deriva da frammenti di cranio fossili, che ne delimitano l’ecologia delle specie e l’analisi della diversità.
Il cranio in questione è stato rinvenuto nel sito fossile australiano di Riversleigh, nel Queensland nord-occidentale, dove l’animale viveva tra i 16 e gli 11,6 milioni di anni fa.
I ricercatori hanno applicato tecniche di ricostruzione in 3D e modellazione al computer per ricostruire digitalmente le possibilità anatomico-funzionali del cranio dell’animale e, per osservare se fosse stato adatto alla caccia di piccole o grandi prede, sono state fatte comparazioni con modelli di grandi marsupiali carnivori oggi viventi (diavolo della Tasmania, quoll macchiato o Dasyurus maculatus e quoll settentrionale o Dasyurus hallucatus), constatando che Nimbacinus era però un ‘parente stretto’ della tigre della Tasmania (Thylacinus cynocephalus), estintasi di recente.
Gli autori dello studio hanno scoperto anche che la somiglianza delle prestazioni meccaniche del cranio tra Nimbacinus dicksoni e il più grande quoll (il quoll macchiato) sia superiore alla somiglianza con la tigre della Tasmania, pur se appartenenti a generi diversi.
Il Nimbacinus dicksoni era di dimensioni medie. Con il suo mezzo metro circa di lunghezza e il peso di circa 5 chilogrammi, doveva somigliare ad una volpe. Pure, si ritiene sia stato un carnivoro capace di una forza notevole del morso in relazione alle sue dimensioni e, secondo gli studiosi, in grado di aggredire prede più grandi delle sue stesse dimensioni
“Il nostro studio suggerisce che Nimbacinus dicksoni fosse un cacciatore opportunista, le cui prede erano costituite da uccelli, rane, lucertole e serpenti, ma anche da una vasta gamma di marsupiali”, afferma la Attard.