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Recoil, recuperati 2mila litri di olio usato in un progetto pilota

L'olio usato ha un alto potenziale inquinante, ma se raccolto può essere fonte di energia elettrica

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 15.07.2014

Gli Italiani sono grandi consumatori di olio e quindi, purtroppo, anche grandi produttori di olio usato che ad oggi per la maggior parte, non viene smaltito correttamente. L’informazione e, possibilmente, norme al passo dei tempi, sarebbero l’unica soluzione per riuscire a raccogliere l’olio usato in modo da evitare che inquini e che possa essere riutilizzato come fonte di energia. Il Progetto Life Recoil, gestito da AzzeroCO2, una partecipata di Legambiente, ha portato avanti due piccoli progetti pilota, grazie ai quali sono stati raccolti circa 2mila litri di olio in due piccoli paesi della Toscana e della Campania.

olio

Ariano Irpino e Castell’Azzara sono i due paesi coinvolti nel progetto Life cofinanziato dalla Commissione europea partito nel 2011. Grazie ad uno speciale software appositamente realizzato, sono stati tracciati i consumi di olio. La raccolta ha portato a questi risultati: i cittadini di Castell’Azzara hanno raccolto 816 litri di olio vegetale esausto, con una media mensile di 68 litri. Considerando che i cittadini coinvolti erano circa 1.500, la media pro-capite di olio esausto vegetale è stata di 0,5 kg.L’olio è stato raccolto in 12 appuntamenti mensili.

In Italia si producono oli esausti per 250mila tonnellate. Se si considera che un litro di olio esausto che arriva in una falda acquifera può inquinare un milione di litri di acqua, si capisce quanto questo settore possa essere strategico per ridurre l’inquinamento delle nostre acque.

“Recoil è un progetto innovativo – ha dichiarato Serena Drigo di AzzeroCO2, responsabile del progetto – poiché ha l’obiettivo di individuare soluzioni avanzate per affrontare il problema della dispersione degli oli vegetali esausti nell’ambiente e per garantirne il riutilizzo a scopi energetici. Un obiettivo questo che stiamo raggiungendo grazie alle competenze specifiche dei partner. Adesso il progetto punta a capitalizzare l’esperienza acquisita e diffondere questa buona pratica che ha riscosso grande attenzione da parte dei cittadini e delle amministrazioni”.

“Grazie a questo progetto – ha dichiarato Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente – si contribuisce a ridurre gli sversamenti degli oli nelle fognature e, al tempo stesso, si recupera una risorsa utile alla produzione di energia rinnovabile. Perciò è fondamentale procedere con un’attività di informazione e sensibilizzazione che coinvolga direttamente i cittadini e le pubbliche amministrazioni nella gestione sostenibile dei rifiuti e, per questo, vogliamo continuare a promuovere ulteriori azioni rivolte ai cittadini affinché si diffonda la pratica della raccolta porta a porta dell’olio vegetale usato”.

Naturalmente il progetto Recoil non è il primo ad inserirsi in questo settore che può diventare ancora più importante se si considera che gli olii esausti possono produrre energia elettrica. Il progetto Olly ha organizzato molti punti di raccolta in Toscana dove si possono già consegnare in autonomia le lattine di olio esausto: l’olio viene poi trasformato in energia elettrica. A questo link trovate maggiori informazioni.

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