Arriva dagli Stati uniti un nuovo allarme sui batteri super resistenti. Secondo i ricercatori del Rush University Medical Center la resistenza di un batterio che prima veniva curato con gli antibiotici, costringe oggi all’ospedalizzazione un numero sempre più consistente di bambini. La testimonianza statunitense va aggiungersi agli allarmi lanciati unanimamente a livello internazionale, sullo sviluppo dei batteri super resistenti.
Lo studio, pubblicato su Journal of Pediatric Malattie infettive Society, basandosi sull’analisi di centinaia di migliaia di colture batteriche, ha evidenziato che i batteri resistenti agli antibiotici colpiscono soprattutto i bambini da 1 a 5 anni di età.
“Alcune infezioni nei bambini che sono stati generalmente trattati con antibiotici per via orale in passato possono ora richiedere l’ospedalizzazione, il trattamento con farmaci per via endovenosa, o entrambi , in quanto non c’è un’opzione di trattamento orale disponibile,” ha detto il dottor Latania K. Loan, autore dello studio e professore del Rush University Medical Center.
Il team di ricercatori guidato da Logan ha analizzato i modelli di resistenza in circa 370.000 colture batteriche di pazienti pediatrici raccolti a livello nazionale tra il 1999 e il 2011. Hanno così scoperto che è in aumento la prevalenza di in un tipo di batteri resistenti. Questi producono un enzima chiave che ostacola molti antibiotici forti, rendendoli inefficaci. L’enzima viene indicato con la abbreviazione ESBL.
I ricercatori hanno anche misurato la suscettibilità alle cefalosporine, antibiotici di terza generazione usati per il trattamento di molte infezioni.
Secondo i risultati della ricerca la prevalenza di batteri produttori di ESBL è aumentata dallo 0,28 per cento allo 0,92 per cento fra il 1999 e il 2011, la resistenza alle cefalosporine di terza generazione è aumentata dall’ 1,4 per cento al 3 per cento. Nei bambini da 1 a 5 anni sono stati trovati la metà dei batteri che avevano sviluppato la resistenza ESBL. Quasi tre quarti, il 74,4 per cento, di questi batteri sono resistenti a più classi di antibiotici.
I Centers for Disease Control and Prevention hanno definito l’anno scorso la resistenza ESBL “una grave preoccupazione”. Aumenta la permanenza ospedaliera, la spesa sanitaria e la mortalità, anche se il tasso di infezioni di questo tipo nei bambini è ancora basso.
Secondo Logan, i medici, nei casi di infezioni batteriche sospette, dovrebbero farsi aiutare presto dalle colture, in modo da progettare una terapia il più possibile efficace. Inoltre Logan sottolinea quanto sia importante, per coloro che stanno cercando di sviluppare nuovi farmaci contro gli organismi resistenti, di tenere a mente anche le esigenze dei bambini.
“Altre ricerche sono necessarie per definire i fattori di rischio per queste infezioni nei bambini, la loro prevalenza in contesti diversi e la loro epidemiologia molecolare”, ha concluso Logan.