Liilium bulbiferum Foto Maria di Gregorio
Pescara, 23 luglio – Ieri a Pescara una cordata di associazioni ambientaliste ha lanciato l’allarme per la salvaguardia della biodiversità in Abruzzo contro il progetto di ripianificazione di una parte del territorio aquilano, fortemente voluto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, e che coinvolge quattro comuni afferenti alla cosiddetta Area Omogenea della Neve. Alla cordata si è unita la voce autorevole del direttore storico del Parco Nazionale d’Abruzzo, Franco Tassi, attraverso il Comitato Parchi.
Il 17 febbraio scorso è stato firmato un protocollo d’intesa per il rilancio dell’economia del cratere aquilano attraverso la costruzione di impianti sciistici. Ad avviare il progetto quattro comuni, Rocca di Cambio, Rocca Mezzo, Ovindoli e Lucoli, che hanno commissionato uno studio all’Università La Sapienza di Roma, condotto dalla professoressa Lucina Caravaggi, dai suoi colleghi e dai suoi studenti. Il volume è stato presentato il 15 luglio scorso a L’Aquila alla presenza delle autorità locali e del sottosegretario Letta, ormai presente almeno una volta a settimana sul territorio aquilano.
Contro il protocollo e contro questo studio si sono unite le associazioni ambientaliste abruzzesi, la CGIL Abruzzo e il Prc, sostenendone l’estrema pericolosità per la salvaguardia dell’ambiente e la minaccia alla preziosa biodiversità della regione. Ma non solo: il Ministero dell’Ambiente in una nota di Renato Grimaldi, inviata per conoscenza anche alla Commissione Europea, avverte i sindaci che hanno redatto questo progetto che ogni tipo di intervento dovrà subire una valutazione secondo le norme vigenti e che, in caso di valutazione negativa sulla realizzazione del progetto, l’Italia potrebbe incorrere in sanzioni da parte della UE.
Foto Società Cooperativa Sherpa Fonte Parks.it
Grimaldi ha sottolineato inoltre che le aree interessate, essendo Zone di Protezione Speciale e Siti di Interesse Comunitario, sono fondamentali per la protezione di specie animali e vegetali, su cui non si possono sviluppare singoli progetti senza coordinamento, in quanto la difesa della biodiversità ha bisogno di azioni conservative su larga scala: basti pensare al problema dei corridoi ecologici, utilizzati dalla fauna per sportarsi da una zona protetta all’altra. Esemplare è il declino dell’Orso Marsicano, che notoriamente soffre della frammentazione del territorio che è stata attuata in questi anni.
Le associazioni, ALTURA Abruzzo, CGIL Abruzzo, Circolo Valorizzazione Terre Pubbliche, Comitato acqua pubblica, Comitatus Aquilanus, Fare Verde onlus, Forum Ambiente e Territorio Sinistra Ecologia e Libertà, Gruppo Naturalisti Rosciolo, Italia Nostra Abruzzo, LIPU Abruzzo, Mountain Wilderness Abruzzo, ProNatura Abruzzo, Rifondazione Comunista, WWF Abruzzo, hanno ribadito in conferenza stampa alcuni punti importanti.
Camilla Crisante, presidente del WWF Abruzzo, ha affermato che il primo moto di sdegno è dovuto al fatto grave che si è utilizzata la disgrazia del sisma per finanziare progetti che nulla hanno a che fare con la ricostruzione, cercando di bypassare procedure a tutela della natura.
Daniele Valfrè, naturalista dell’associazione Altura, ha ricordato che imprescindibile funzione di un Parco è la conservazione della natura. L’Abruzzo è una delle regioni più ricche di biodiversità d’Europa. Un’eccessiva antropizzazione dei territori andrebbe contro la natura stessa dell’Ente Parco e minerebbe la grossa responsabilità di conservazione della regione nei confronti della Comunità Europea.
Antonio Perrotti ha criticato più nello specifico il progetto dell’Università La Sapienza affermando che “l’ambiente diventa occasione per un maquillage antropocentrico con superficiali ed opinabili ‘interventi pseudoartistici’ di arredo propri di una egemone cultura urbanistico-edilizio che continua a ignorare i meccanismi ecosistemici e impone “assurdi segni architetonici”.
Cosa più grave, la costruzione di impianti sciistici, delle relative infrastrutture e delle relative strutture di accoglienza non tiene conto del fatto che l’acqua in quella zona è una risorsa già mancante e che, contraddizione ancora più evidente, le stazioni sciistiche esistenti sono già sempre in perdita per la scarsità della neve a causa dei cambiamenti climatici, fenomeno che la scienza in questi anni sta mostrando sempre più in modo incontrovertibile, potrà solo aggravarsi in futuro.
Alla cordata si aggiunge questa volta anche la voce autorevole del Comitato Parchi, guidato dal direttore storico del Parco Nazionale d’Abruzzo Franco Tassi, che, negli anni della sua dirigenza, ha combattuto e vinto molteplici battaglie contro i tentativi di cementificazione del Parco. Tassi afferma infatti: “Nessuno deve fingere di non sapere, e non vedere, che in realtà questi impianti rappresentano veri e propri “specchietti per le allodole” per richiamare un turismo benestante, convincendolo ad acquistare la casa o la villa in montagna. Con un grimaldello del genere, lo scrigno della montagna inviolata potrà essere aperto alla consueta ondata cementizia, edificatoria e speculativa: proprio come è già avvenuto in molte altre località dell’Appennino, vedere per credere.
Nessuno si rende conto del fatto che la verità è ben diversa, e che si prepara invece un diluvio di edilizia residenziale di media e alta quota, con alberghi, condomini e ville da vendere a romani e napoletani? In questo periodo di crisi finanziaria, da dove mai proverranno questi fiumi di danaro pronti a cementificare l’Aquilano in nome di una causa santa, definita “un vero atto d’amore” per le comunità locali? Qualcuno avrà il coraggio di rivelare cosa stia covando davvero sotto alle montagne dell’Abruzzo, un tempo noto come la mitica “Regione Verde d’Europa”? “La domanda che sorge spontanea è quindi una sola, semplice e chiara: perché l’Abruzzo non torna ad essere la Regione Verde dei Parchi? Rilanciandoli davvero, e cercando nell’ambiente, nella sua conservazione e intelligente utilizzazione la risorsa migliore per il proprio futuro… Comprendendo finalmente, nel segno e nel nome dell’Orso marsicano, che la strada maestra per il proprio riscatto è quella della natura.”
Ci sembra necessaria un’ultima osservazione: assenti ingiustificati sono gli Enti Parco dell’ Abruzzo. Ci auguriamo che presto prendano posizione in questa battaglia, come avviene in altri luoghi d’Italia minacciati da realizzazioni di grandi opere vicine a zone protette.
Il Comitato Parchi ha prodotto un logo che rilancia l’orgoglio dell’Abruzzo per i parchi. Tutte le associazioni ambientaliste sono schierate a difesa: l’Europa ringrazia.