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Alte aspettative dei pazienti migliorano gli effetti dei medicinali contro l’emicrania

Scritto da Elisa Corbi il 09.01.2014

E’ stato a lungo pensato che le informazioni che i medici forniscono ai pazienti nel prescrivere trattamenti giocassero un ruolo fondamentale nel modo in cui questi rispondono poi alle terapie farmacologiche. Ora uno studio innovativo sull’emicrania conferma che le aspettative del paziente, positive, negative o neutre, possono incidere sugli effetti sia di un farmaco che di un placebo.

Mal di testa

Lo studio, guidato da un gruppo di ricerca al Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) e pubblicato online sulla rivista Science Translational Medicine, quantifica per la prima volta la quantità di sollievo dal dolore che è attribuito all’effetto di un farmaco quanto di un placebo, e dimostra che un messaggio positivo e un potente farmaco sono entrambi importanti per un’efficace cura clinica.

Rami Burstein, autore senior della ricerca, ha approfittato della natura ricorrente dell’ emicrania per confrontare gli effetti dei trattamenti farmacologici e placebo in sette attacchi di emicrania in 66 individui. Il risultato ha portato alla luce alcuni punti chiave: i benefici del farmaco per l’ emicrania Maxalt (rizatriptan) sono aumentati quando i pazienti pensavano che stavano ricevendo un farmaco efficace per il trattamento del problema; quando sono passati poi a compresse Maxalt e pillole placebo, i pazienti hanno riportato riduzioni simili nel dolore da pillole placebo etichettate come Maxalt e da  compresse Maxalt etichettate come placebo, e infine alcuni soggetti dello studio hanno riportato sollievo dal dolore, anche quando sapevano che la pillola che ricevevano era un placebo.

“Una delle tante implicazioni dei nostri risultati è che quando i medici danno alte aspettative ai pazienti, il Maxalt o altri farmaci per l’ emicrania diventano più efficaci – dice Burstein – per maggiore efficacia si intendono attacchi di emicrania più corti e i più brevi “.

I ricercatori hanno studiato oltre 450 attacchi in 66 pazienti con emicrania, mal di testa lancinante comunemente accompagnato da nausea, vomito e sensibilità alla luce e al suono. Dopo un episodio iniziale in cui i pazienti hanno accusato il mal di testa e i sintomi 30 minuti dopo l’insorgenza, e ancora due ore più tardi, senza avere nessun trattamento, ai partecipanti sono state consegnate sei buste contenenti le pillole da prendere per i loro prossimi sei attacchi di emicrania.

Dei sei trattamenti, due sono stati realizzati con aspettative positive (buste etichettate”Maxalt”), due sono stati realizzati con aspettative negative (buste etichettate “placebo”), e due sono state fatte con le aspettative neutrali (buste etichettatie”Maxalt o placebo”). In ciascuna delle tre situazioni – positive, negative o neutre – una delle due buste contenevano una tavoletta Maxalt mentre l’altra conteneva un placebo. I pazienti a fine trattamento hanno poi documentato la loro esperienza del dolore come avevano inizialmente fatto nella sessione di non-trattamento.

I risultati hanno ampiamente dimostrato che dare le pillole accompagnate da informazioni e aspettative positive incrementa l’efficacia sia del farmaco che di un placebo inerte.

“Quando i pazienti hanno ricevuto Maxalt etichettato come placebo, non avevano alcuna aspettativa positiva”, osserva Burstein. “Questo è stato un tentativo di isolare l’effetto farmaceutico di Maxalt da ogni effetto placebo. Viceversa, il placebo inerte etichettato come Maxalt era un tentativo di isolare l’impatto dell’effetto placebo da effetto farmaceutico” conclude il professore.

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