Uno studio condotto dal Salk Institute for Biological Studies (Usa) e pubblicato sulla rivista Nature, ha dimostrato che una singola iniezione di una proteina chiamata FGF1 è efficace nel ridurre temporaneamente i sintomi del diabete di tipo 2. Nei modelli murini, con diabete indotto dalla dieta, l’equivalente del diabete di tipo 2 nell’uomo, un’iniezione di FGF1 è bastata a ripristinare normali livelli di glucosio nel sangue per circa due giorni.
Secondo i ricercatori, questo potrebbe rappresentare un notevole passo avanti verso una nuova generazione di farmaci per il diabete maggiormente efficaci. Dai risultati dello studio è emerso che il trattamento prolungato con la proteina non è limitato a tenere la glicemia sotto controllo, ma inverte anche l’insensibilità all’insulina, ovvero la causa fisiologica del diabete. E inoltre è risultato essere privo di effetti collaterali, al contrario delle attuali terapie.
“Il controllo del glucosio è un problema dominante nella nostra società. FGF1 dunque offre un nuovo metodo per controllare il glucosio in modo forte e inaspettato”, afferma Ronald M. Evans, direttore del Salk’s Gene Expression Laboratory e autore principale dello studio. In una precedente ricerca del 2012, Evans e colleghi hanno scoperto che un fattore di crescita a lungo ignorato aveva una funzione nascosta ovvero aiutare l’organismo a rispondere all’insulina.
Inaspettatamente, i topi privi del fattore di crescita, chiamato FGF1, sviluppano rapidamente il diabete, quando vengono esposti a una dieta ricca di grassi. Questo ha portato i ricercatori a chiedersi se la somministrazione di FGF1 extra ai topi diabetici poteva avere un impatto contro la malattia. I risultati sono stati sorprendenti, infatti con una singola dose i livelli di glucosio nel sangue sono scesi rapidamente ai livelli normali in tutte le cavie.
“Molti studi precedenti, in cui la proteina FGF1 è stata iniettata, non hanno mostrato alcun effetto sui topi sani”, ha detto Michael Downes, co-autore dello studio. “Tuttavia, quando l’abbiamo somministrata in un topo diabetico, abbiamo visto un notevole miglioramento del glucosio”.
I ricercatori hanno anche osservato che FGF1 presenta altri vantaggi rispetto alle cure attuali spesso associate a diversi effetti collaterali, come l’aumento di peso o problemi al cuore e al fegato. Dai risultati dello studio è emerso che anche dosi elevate di FGF1 non recano effetti collaterali e non fanno diminuire i livelli di glucosio a livelli bassi e pericolosi, fattore di rischio associato invece a molti agenti ipoglicemizzanti.
“E’ possibile che FGF1 inneschi una risposta più normale rispetto ad altri farmaci perché viene metabolizzata rapidamente nel corpo e viene indirizzata a determinati tipi di cellule”, concludono i ricercatori.
Il diabete di tipo 2 si è diffuso a macchia d’olio negli ultimi decenni negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Quasi 30 milioni di americani sono affetti dalla malattia. Trattandosi di una patologia cronica, il diabete può causare gravi problemi di salute e non ha una cura specifica. Attualmente infatti viene gestito, con vari livelli di successo, attraverso una combinazione di dieta, esercizio e farmaci.