Muovere un braccio robotico con il solo pensiero. E’ quello che sono riusciti far fare ad una donna tetraplegica i ricercatori dell’Università di Pittsburgh. La donna, come si vede da un video pubblicato sul web riesce ad usare un braccio meccanico posizionato vicino a lei.
Jan Scheuer- mann ha 52 anni e 13 anni fa le fu diagnosticata una malattia cerebrale che oggi la paralizza dal mento in giù. Jan, oggi, è riuscita a mangiare da sola della cioccolata, utilizzando, con il solo pensiero, un braccio robotico che si muove quasi come un braccio umano.
Secondo i ricercatori questo risultato è un enorme passo avanti verso la possibilità di muovere altre protesi solo attraverso il cervello. Esperimenti precedenti erano riusciti a far scrivere con una tastiera da computer attraverso i pensieri.
Si tratta di impiantare degli elettrodi nella corteccia cerebrale: secondo gli scienziati le applicazioni in questo campo saranno presto moltissime, non ultima, come sta avvenendo in Svizzera, la possibilità di leggere per i non vedenti.
Il funzionamento avviene grazie alla risonanza magnetica funzionale: i pazienti devono solo pensare di muovere l’arto che è attualmente paralizzato e attraverso l’attivazione della particolare zona del cervello si attiva il braccio robotico esterno.
“Non c’è limite alla decodifica del movimento umano “, ha spiegato a Reuters Michael Boninger.” Diventa più complesso quando si lavora su parti come la mano, ma credo che, una volta che è possibile individuare il movimento nel cervello, ci sono diverse possibilità per attuare il movimento.”
Naturalmente l’utilizzo della protesi non è immediato: Jan ha dovuto allenarsi a lungo anche se da subito è riuscita a muovere il braccio. Allenandosi è riuscita a muovere le dita e poi a prendere oggetti e spostarli in diverse direzioni. Inoltre la sua pratica migliora con il passare del tempo.
Presto gli scienziati appronteranno una versione senza cavi, in modo da rendere la protesi più facile da usare .
Secondo Grégoire Courtine del Politecnico federale di Losanna, che non era coinvolto nello studio, “Questo è un risultato notevole tecnologico e biomedico”.
“Anche se ci sono ancora molte sfide, questo tipo di sistemi si stanno rapidamente avvicinando al punto in cui sarà possibile la fruizione clinica”, ha detto Courtine in un commento pubblicato su Lancet.
Qualcuno solleva già polemiche sull’etica di operazioni del genere , ma per Jan Scheuermann questo evento ha significato cambiare completamente la propria vita.
“Si è data un nuovo scopo”, ha spiegato Böninger. “Il primo giorno che ha mosso il braccio, aveva questo incredibile sorriso di gioia. Poteva pensare di muovere il braccio e succedeva qualcosa.”