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Encefalite virale: più 400% in Europa

L’encefalite virale, malattia che si trasmette attraverso le zecche anche all’uomo, è in aumento in Italia. In 30 anni l' aumento in Europa è stato del 400%

Scritto da Federica di Leonardo il 09.05.2014

L’encefalite virale, una malattia che si trasmette attraverso le zecche anche all’uomo, è in aumento in Italia. Negli ultimi 30 anni l’aumento della prevalenza è stato del 400% in Europa. Ne ha parlato in un intervento Anna Paola Rizzoli, medico veterinario, del Centro Ricerca e innovazione Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, Trento, in occasione del Congresso Italiano di Teriologia che si tiene in questi giorni a Civitella Alfedena nel cuore del Parco d’Abruzzo.

encefalite virale e zecca

Come riportato da Rizzoli le zoonosi sono in aumento, soprattutto  nei paesi a clima temperato, nel Centro Europa e nel Nord America. Il maggior aumento contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non viene rilevato nei paesi poveri delle zone tropicali. Infatti anche se c’è una disparità fra paesi ricchi e poveri nella identificazione delle malattie e nei sistemi di sorveglianza, è vero che nei paesi temperati insistono fattori ecologici e socio-economici favorenti l’aumento delle malattie.

L’antropizzazione del pianeta ha condotto ad una situazione in cui si può affermare che non ci esistano più biomi naturali: i biomi si chiamano oggi antropomi e vengono categorizzati a seconda del grado di antropizzazione.

Nei paesi ricchi, il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e di ecosistemi, il cambio dell’uso del suolo e un eccezionale incremento demografico sono fra i fattori che influenzano l’incremento delle zoonosi, cioè di quelle malattie che sono trasmissibili all’uomo dagli animali, domestici e selvatici.

Anche nel nostro Paese le malattie zoonotiche sono in aumento. L’encefalite virale, presente nell’area euroasiatica, è presenta da noi, nelle Alpi centro orientali  con una variante meno patogenica per gli umani rispetti ai ceppi presenti in Siberia. La prevalenza di questa malattia è aumentata del 400% negli ultimi 30 anni in Europa.

Il vettore di questa malattia è la zecca dei boschi che si alimenta su micromammiferi durante la fase larvale e ninfale, e la presenza delle zecche è in relazione con la presenza di ungulati selvatici.

TBE, encefalite virale

Il virus può interessare l’essere umano attraverso la puntura delle zecche, ma anche attraverso il consumo di latte crudo e latticini prodotti con latte non pastorizzato.

Un particolare aumento si è registrato nelle Alpi centro-orientali probabilmente a causa dei cambiamenti climatici, della riduzione della biodiversità e di un diverso uso del suolo.

Ma un fattore decisivo in questa zona, così come dimostrato grazie all’uso di modelli matematici,  è stato l’incremento delle popolazioni di ungulati.

ungulati e encefalite virale

I focolai di TBE, ha spiegato Rizzoli  variano nel tempo perché variano le popolazioni di ungulati e di topi selvatici, questi ultimi serbatoi del virus: grazie a questo si possono sviluppare dei sistemi di allerta precoce anche a livello europeo. E’ possibile infatti prevedere con due anni di anticipo l’aumento di rischio per le persone, permettendo alle autorità sanitarie di predisporre le più opportune misure di prevenzione e controllo.

“C’è molto da fare in Italia,” ha concluso Rizzoli, “penso che sia importante rilanciare la biodiversità italiana, ma dal punto di vista epidemiologico a volte c’è una mancanza di dati per sviluppare i modelli teorici che creiamo. E’ necessario quindi mettere in piedi un sistema di raccolta dati nella visione di “One health”, che consiste nella raccolta integrata di dati epidemiologici umani, animali ed ecologico-ambientali”.

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