Gaianews

Epatite C, la cura c’è, ma non per tutti

La cura per l'epatite C esiste, ma i suoi costi non consentono che possa essere disponibile per tutti i malati subito

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 23.04.2014

Secondo quanto riportato da Repubblica.it la cura per l’Epatite C esiste, ma i suoi costi pongono problemi etici di grande portata. Se da un lato non è possibile curare tutti i malati con i costi attuali, l’adozione di criteri di selezione potrebbe fare sì che si inneschi il meccanismo dei viaggi della speranze in altri Paesi, con una speculazione sulla cura. Questi interrogativi sono emersi all’International Liver congress che si è svolto a Londra pochi giorni fa.

Epatite C costo della cura

Il virus dell’Epatite C, che si trasmette per contatto con sangue infetto, colpisce 185 milioni di persone nel mondo secondo stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e causa 350mila decessi ogni anno. In Italia si stimano 1,2 milioni di malati: di questi 200-300 mila hanno la cirrosi e 8 mila muoiono ogni anno. I contagi ad oggi sono molto diminuiti, ma di certo non azzerati.

Il virus dell’epatite C fu scoperto circa 30 anni fa, dopo la A e la B. E’ un virus che può rimanere silente per molti anni, ma può colpire in maniera mortale creando cirrosi epatiche e tumore al fegato.

La ricerca si è mossa lentamente nei primi anni, fino all’avvento dell’HIV. I due virus infatti sono molto simili e la ricerca sull’HIV, finanziata con milioni e milioni di dollari, ha aperto strade veloci a quella sull’epatite C. E i risultati sono arrivati, con il grande handicap di essere estremamente costosi.

La svolta è avvenuta l’anno scorso con il sofosbuvir già in commercio negli USA. E’ il farmaco che consente di parlare di eradicazione del virus. Ha pochissimi effetti collaterali, consiste in una pillola al giorno per due o tre mesi e guarisce nel 96-100% dei casi. Per i casi in cui il farmaco non è efficace si stanno già sperimentando nuove varianti. L’unico grandissimo ostacolo resta il prezzo: 84mila dollari per persona.

Nessuno dei sistemi sanitari nazionali europei può sostenere i costi per curare tutti i propri malati, pertanto è assolutamente necessario individuare dei criteri che siano univoci in tutte le regioni e in tutti Paesi. Curare prima i malati gravi, i trapiantati reinfettati, poi le donne che vogliono una gravidanza e poi gli infettati in fase iniziale, dicono alcuni.

Ma lo spettro dei viaggi della speranza per avere la cura pagando aleggia già su questa cura che ha bruciato le tappe della ricerca, ma che pone ora dei giusti dilemmi etici sul diritto alle cure.

© RIPRODUZIONE RISERVATA