Si è riunito alla fine di aprile il comitato di emergenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per valutare una nuova “emergenza poliomielite”. Riapparsa seppure ancora in un numero ridotto di casi, la malattia potrebbe tornare endemica in alcuni paesi che dovrebbero invece puntare all’eradicazione. Secondo gli esperti è necessaria un’azione coordinata internazionale per combattere la malattia, che nella sua forma più aggressiva può portare alla paralisi. Azioni non coordinate dei singoli paesi non possono essere efficaci. Contro la malattia esiste un vaccino: in Italia il 95% della popolazione è vaccinato.
L’emergenza ha riguardato soprattutto 3 paesi Pakistan, Siria e Camerun nei quali, dall’inizio dell’anno, e cioè in un momento in cui la malattia doveva far registrare pochi casi, c’è stato invece un aumento e inoltre un’uscita dai paesi verso paesi terzi a causa dei viaggi. E questo è l’aspetto che preoccupa di più l’OMS: una rinnovata diffusione potrebbe far mancare l’obiettivo dell’eradicazione globale della malattia. Per questo secondo gli esperti ci sarebbero “le condizioni per un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale”.
Alla fine del 2013 il 60 % dei casi di polio sono stati causati dalla diffusione internazionale di poliovirus selvaggi, ma non vi era una evidenza che i viaggiatori adulti avessero contribuito a questa diffusione. Durante la stagione 2014 invece la trasmissione è già avvenuta fra viaggiatori adulti in Asia centrale (dal Pakistan all’Afghanistan), in Medio Oriente ( dalla Siria in Iraq) e nel Centro Africa ( dal Camerun in Guinea Equatoriale) .
Una risposta internazionale coordinata è considerata indispensabile per fermare questa diffusione internazionale di poliovirus selvaggio e per evitare una nuova diffusione con l’inizio della stagione ad elevata trasmissione in maggio/giugno 2014; misure unilaterali possono rivelarsi meno efficaci nel bloccare la diffusione internazionale di una risposta coordinata.
Secondo l’OMS il pericolo esiste soprattutto per quegli stati più deboli in cui le vaccinazioni non sono state eseguite a causa di condizioni avverse. Questi stati potrebbe diventare bacino per la diffusione del virus attraverso i viaggi.
Per questo l’OMS chiede che in tutti i paesi in cui sono stati registrati casi, coloro che viaggiano siano in possesso di documentazione che attesti lo stato di salute e l’avvenuta vaccinazione. A seconda del numero di contagi i diversi paesi sono invitati a seguire rigide procedure di vaccinazione dei viaggiatori.
“Le nostre raccomandazioni servono ad evitare che la malattia lasci i paesi dove è presente, mentre per tutti gli altri valgono le indicazioni generali per chi viaggia in paesi dove è presente il virus – ha spiegato Bruce Aylward, responsabile per la polio dell’Oms.