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SIMIT: inutili allarmismi su malattie provenienti dai migranti

Gli allarmismi sul fatto che i migranti che sbarcano sulla nostra penisola possano contagiarsi con Ebola e tubercolosi sono infondati secondo gli esperti della SIMIT

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 28.07.2014

Gli allarmismi e le voci relativi a eventuali casi da tubercolosi ed ebola provenienti dai migranti che arrivano nel nostro Paese sono eccessivi e non corrispondono a realtà. Lo dicono gli esperti della  Simit, la Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, che invece consigliano di puntare l’attenzione per la prevenzione sulla SARS proveniente dalla Cina e sui rapporti sessuali non protetti, che aumentano in estate .

Migranti a Lampedusa

 

Come è tristemente noto in Africa è in corso la più aggressiva epidemia di Ebola mai vista finora. Questa volta, infatti, l’epidemia ha raggiunto gli ospedali e le grandi città e le organizzazioni internazionali sono impegnate in una corsa contro il tempo per contenere il virus.

In Italia il numero di migranti che giungono con i barconi sulle coste delle regioni meridionali destano preoccupazione, e in alcuni casi veri e propri allarmismi per la paura del contagio. Ma si tratterebbe di reazioni spropositate e in inutili secondo gli esperti della SIMIT.

Infatti  “I migranti clandestini che giungono sulle coste siciliane – spiega  il prof. Antonio Chirianni – non rappresentano un rischio di importazione della malattia da virus Ebola: il viaggio che tali individui affrontano per raggiungere il nostro paese è lungo mesi, via terra e via mare e la malattia, che presenta un periodo di incubazione di circa 10 giorni e che da subito è altamente debilitante, impedirebbe loro di arrivare in Italia. E’ improbabile che un soggetto malato e che presenta febbre elevata, diarrea, vomito e manifestazioni emorragiche, possa andare in giro a diffondere l’infezione.”

Per quanto riguarda invece il contagio che possa provenire da viaggiatori in aereo bisogna tenere presente che negli aeroporti italiani non atterrano voli direttamente dall’Africa e il Ministero della Salute ha rafforzato le misure di sorveglianza presso porti ed aeroporti. Inoltre gli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (USMAF) sono tenuti al controllo delle navi che nei 21 giorni precedenti  all’arrivo in Italia hanno toccato i paesi africani nei quali il virus Ebola si sta diffondendo.

Inoltre,  “Il rischio di infezione per i turisti, i viaggiatori in genere ed i residenti nelle zone colpite, è considerato molto basso – spiega  Chirianni – se si seguono alcune precauzioni elementari, quali: evitare il contatto con malati  e/o i loro fluidi corporei e con i corpi e/o fluidi corporei di pazienti deceduti oltre alle altre semplici e generiche  precauzioni sempre consigliate in caso di viaggi in Africa Sub-sahariana quali  ad esempio, evitare contatti stretti con animali selvatici vivi o morti, evitare di consumare carne di animali selvatici, lavare e sbucciare frutta e verdura prima del consumo, lavarsi frequentemente le mani”.

Stesso discorso vale per la tubercolosi.  Nonostante in Italia nei soli primi 6 mesi del 2014 si sono registrati 60mila  arrivi di clandestini bisogna tenere presente che  gli individui  lasciano la loro terra d’origine ed affrontano viaggi lunghi settimane o mesi sono per lo più giovani sani. “Oggi non è possibile arrestare – afferma il Prof. Chirianni – la circolazione di uomini e di conseguenza di germi, ma non bisogna creare inutili allarmismi. Le malattie che prevalentemente vengono importate dai paesi riceventi i clandestini, che provengono principalmente dall’Asia e dall’Africa sono rappresentate da Malaria, Tubercolosi, HIV e patologie respiratorie infettive quali la SARS. Se è vero che la SARS è una patologia responsabile di crisi acute, è pur vero che l’immigrato che affronta un lungo viaggio non ne manifesta i sintomi al suo arrivo, essendo una affezione altamente debilitante.”

“Altre malattie, quali la TBC, la Malaria e l’HIV, endemiche in molti paesi asiatici ed africani, hanno una diffusione più lenta,” aggiunge Chirianni.  “ Il solo modo di contenere le patologie infettive da importazione non è “preoccuparsi” e scatenare “panico” attraverso la diffusione di false informazioni, ma offrire assistenza medica, favorire l’accesso di chi arriva presso le strutture di diagnosi e cura, al fine di consentire una diagnosi precoce ed un eventuale trattamento, garantire le coperture vaccinali nella popolazione ospiteL’OMS già da tempo collabora con le istituzioni italiane per gestire lo stato sanitario dei migranti e tutelare le comunità che li accolgono”.

Molto più alto invece per la SARS cinese:  “La Cina ha negli ultimi anni promosso una campagna vaccinale per il contenimento di malattie gravi – spiega Chirianni – quali l’encefalite giapponese, la malaria resta confinata in alcune aree rurali del sud: tali patologie non sembrano essere ad elevato rischio di importazione da parte dei paesi europei che accolgono individui provenienti dalla Cina. Di maggior rilevanza è il rischio di diffusione della SARS e della nuova SARS (MERS), che hanno colpito e colpiscono Asia e Medio Oriente, con l’arrivo di individui che si spostano per turismo o per lavoro”.

Rapporti sessuali non protetti. Con l’estate aumentano le occasioni di avere rapporti sessuali non protetti anche con persone provenienti da altri paese: la SIMIT consiglia di tenere alta l’allerta su questo punto, visti anche i dati che indicano un nuovo aumento dei contagi da HIV.

 

 

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