La soluzione alla ricerca del vaccino per l’HIV potrebbe venire da uno studio che ha analizzato la reazione immunitaria del corpo nei primi giorni di risposta dal contagio del virus.
Il team di ricerca, guidato da F. Barton Haynes, direttore del Duke Human Vaccine Institute e John Mascola, direttore del NIH Vaccine Research Center, hanno per la prima volta descritto la co-evoluzione di anticorpi e virus in una persona che aveva appena subito l’attacco dal virus. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature.
La maggior parte dei vaccini funzionano inducendo questa risposta anticorpale, ma il virus HIV ha dimostrato di essere un bersaglio difficile. Quando vengono prodotti gli anticorpi dall’HIV, che in genere hanno una portata limitata, il virus cambia rapidamente per sfuggire e in questo modo di solito vince.
La ricerca è stata aiutata dalle nuove tecnologie in grado di rilevare l’infezione precoce e monitorare la risposta immunitaria e la successiva evoluzione dei virus. In questo modo si sono colmate le conoscenze che hanno ostacolato lo sviluppo di un vaccino efficace per un virus che ha ucciso più di 30 milioni di persone in tutto il mondo.
“Questo progetto non poteva che essere realizzato da un team multidisciplinare che lavora a stretto contatto”, ha detto Haynes, che ha guidato il lavoro come un progetto del Duke Center for HIV/AIDS Vaccine Immunology-Immunogen Discovery (CHAVI-ID) , che è finanziato dall’Istituto Nazionale di allergie e malattie infettive. “Per la prima volta, abbiamo mappato non soltanto il percorso evolutivo dell’anticorpo, ma anche il percorso evolutivo del virus e la definizione della sequenza di eventi coinvolti che inducono gli anticorpi neutralizzanti”.
La scoperta è stata realizzata su una persona in Africa la cui infezione da HIV è stata rilevata così presto che il virus non era ancora mutato per evitare l’assalto immunitario. L’individuo inoltre ha sviluppato un tratto che si verifica solo in circa il 20 per cento delle persone con infezione da HIV – un sistema immunitario che produce anticorpi ampiamente neutralizzanti. Queste armi immunitarie attaccano siti vulnerabili del virus che si conservano, nonostante le mutazioni. Nell’individuare l’infezione virale iniziale, la squadra ha trovato l’involucro esterno, la glicoproteina di superficie virale, che ha innescato l’inizio dello sviluppo degli anticorpi ampiamente neutralizzanti.
Rilevando il virus e gli anticorpi coinvolti, i ricercatori hanno ora una marcia dettagliata per lo sviluppo di un potenziale vaccino, che coinvolga immunogeni con un involucro esterno appositamente selezionato per stimolare la produzione di anticorpi neutralizzanti. Il prossimo passo consisterà nel testare diversi involucri per i vaccini.