Dopo il tribunale di Pesaro, anche quello di Venezia autorizza le cure per un bambino. Il caso riporta ancora in evidenza le contraddizioni in cui è stretto il metodo Stamina di Davide Vannoni, indagato per
per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, somministrazione di medicinali guasti in modo pericoloso per la salute, esercizio abusivo della professione medica. Dopo la notizia del risultato delle indagini della procura di Torino il personale medico degli Spedali di Brescia, dove erano state avviate le somministrazioni delle cellule trattate con il “metodo”, si è rifiutato di somministrare altre infusioni.
Il Tribunale di Venezia ora chiede agli Spedali di Brescia che vengano somministrate le cellule trattate con il metodo Stamina alla piccola Celeste di Mestre, affetta da atrofia muscolare spinale (Sma).
Il tribunale chiede che la Asl di Brescia individui un anestesista pediatrico e un medico per somministrare le staminali.
Il personale medico ad oggi si rifiuta di somministrare le staminali fino a quando il Comitato scientifico, il secondo nominato dal Ministero, non avrà espresso un suo parere.
Si tratta però di una sovrapposizione di competenze fra tribunali e scienza. Il Ministro della Salute Lorenzin ha dichiarato nel corso di un’audizione al Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul caso Stamina: “Bisogna aprire una riflessione insieme alla magistratura, e non contro, nel rispetto dell’autonomia dei magistrati, su questo difficile ambito di convivenza tra quella che è la verità scientifica e quella che è la verità processuale. Ciò che sta accadendo a Brescia va al di la di quella che era la volontà del legislatore, ovvero il proseguimento delle cure per coloro che le avevano cominciate. C’è stata una interpretazione diffusa che va oltre la volontà iniziale del Legislatore, ma anche ogni valutazione tecnico-scientifica”.
“A Brescia si sono travalicati i limiti”, ha continuato il Minsitro, “quindi è venuto il momento di affrontare la situazione nei modi che riterremo più opportunianche considerando che la situazione dei medici degli Spedali di Brescia e’ una situazione di grandissima difficoltà, sia sul piano deontologico che, probabilmente, sul piano giuridico‘”.