La sonda spaziale Mars Express dell’agenzia europea ESA ha fornito le immagini di un notevole cratere su Marte che può finalmente dimostrare che il pianeta ha subito notevoli fluttuazioni nel suo clima, dovute ai cambiamenti del suo asse di rotazione e alla presenza di acqua in un lontano passato.
Il 19 giugno 2011, Mars Express ha puntato la sua fotocamera ad alta risoluzione sulla regione di Marte chiamata ‘Arabia Terra’, fotografando i crateri Danielson e Kalocsa.
Il cratere Danielson prende il nome da George E. Danielson, uno scienziato che è stato determinante nello sviluppo delle telecamere presenti su molti veicoli spaziali volati su Marte. In alto a destra dell’immagine è il cratere più grande, con circa 60 km di diametro.
Il cratere Kalocsa si trova nel centro dell’immagine ed è più piccolo, circa 33 km di diametro e un chilometro meno profondo di Danielson. Prende il nome da una città dell’Ungheria famosa per il suo osservatorio astronomico.
Il cratere Danielson, come molti altri nella regione Arabia Terra, è pieno di sedimenti stratificati, che in questo caso sono stati pesantemente erosi nel tempo. All’interno del cratere sono presenti degli affioramenti isolati particolarmente stratificati, noti come yardang.
Le yardang sono colline scolpite dalle intemperie con la roccia o altro materiale visibilmente consumate dalle particelle di polvere e sabbia trasportate dal vento. Sulla Terra queste formazioni sono spesso visibili nelle regioni desertiche, con esempi notevoli in Nord Africa, l’Asia centrale e nei famosi canyon dell’Arizona, negli Stati Uniti.
Spesso queste formazioni mostrano l’originale formazione delle rocce, come ad esempio gli strati nel caso di rocce sedimentarie.
Nel caso del cratere Danielson, si ritiene che i sedimenti che hanno originariamente formato le rocce siano stati cementati da acqua, probabilmente da un’antica riserva di acque sotterranee profonde, e poi sono stati erosi dal vento.
L’orientamento delle yardang porta gli scienziati a teorizzare che forti venti nord-nordest (che vanno verso l’angolo in basso a destra nell’immagine) abbiano depositato i sedimenti originali e poi abbiano causato la loro conseguente erosione in un successivo periodo più asciutto della storia marziana.
Nel cratere Danielson si può chiaramente vedere una notevole formazione di dune scure di 30 km di lunghezza, che si pensa che si siano formate in un epoca successiva.
Il fondo del cratere Danielson mostra chiaramente una serie di strati sedimentari alternati con uno spessore abbastanza uniforme, che fa pensare a fluttuazioni periodiche del clima di Marte, innescati da cambiamenti regolari dell’asse di rotazione del pianeta. I diversi strati si sarebbero creati durante epoche diverse.
In netto contrasto , il cratere Kalocsa mostra una topografia completamente diversa. Qui non si vedono sedimenti stratificati e gli scienziati pensano che questo sia dovuto alla maggiore altitudine del fondo del cratere, che gli avrebbe impedito di accedere alle falde acquifere sottostanti.
Un’altra ipotesi è che questo cratere sia più giovane rispetto al suo vicino, essendosi quindi formato quando l’acqua non era più presente su Marte.