Quanche giorno fa lo scienziato della NASA Richard B. Hoover ha annunciato di aver scoperto forme di vita batterica nelle rocce di alcuni meteoriti caduti sulla Terra. Hoover, già noto nel campo delle ricerche in astrobiologia, ha visto la sua nuova pubblicazione sull’ultimo numero del Journal of Cosmology.
Ma chi è Richard B. Hoover? E’ uno scienziato della NASA specializzato in astrobiologia, che da molti anni studia i meteoriti, con particolare attenzione all’analisi delle formazioni microscopiche all’interno delle rocce di origine extraterrestre. Ha già annunciato in passato di aver scoperto microorganismi fossili, nel 1997 e nel 2007, ma senza che altri scienziati fossero convinti o entusiasti delle sue affermazioni.
Il problema di verificare in modo inconfutabile la veridicità di un’affermazione come l’esistenza di batteri extraterrestri in rocce di miliardi di anni fa non è molto semplice, in quanto occorrerebbe dimostrare che le stesse microformazioni minerali non possano essersi formate in modo del tutto naturale e inorganico.
Ma qualcuno ci aveva già provato con un altro meteorite, questa volta proveniente da Marte, il famoso ALH 84001, che contiene al suo interno microscopiche strutture che potrebbero essere microbi fossilizzati. Ma ad esempio in questo caso molti ricercatori successivamente hanno spiegato l’origine di queste formazioni attraverso processi chimici.
Hoover dal canto suo si è concentrato su su meteoriti di tipo CI1, le condriti carbonacee, che sono le più antiche rocce di origine extraterrestre in termini di elementi presenti al loro interno, che fanno supporre la loro origine all’inizio del nostro sistema solare. La loro rarità è dovuta al fatto che contengono molti elementi volatili.
Di oltre 35.000 meteoriti ritrovate sulla Terra, solo 9 sono di tipo CI1. Cinque di esse sono state osservate cadere (Alais, Orgueil, Ivuna, Tonk e Revelstoke) mentre le altre 4 (Y-86029, Y-86737, Y980115 e Y-980134) sono state raccolte nel 1986 e nel 1998 durante una spedizione giapponese in Antartide.
Hoover, osservando queste rocce, ha concluso che i filamenti complessi trovati incorporati nei meteoriti CI1 carboniosi rappresentano i resti di microfossili indigeni di cianobatteri e procarioti molto simili a procarioti moderni e fossili che vivono o hanno vissuto sulla Terra. Molti dei filamenti nei framenti Ivuna e Orgueil sono isodiametrici e altri affusolati, polarizzati e mostrano chiaramente cellule differenziate apicali e basali. Questi filamenti sono stati trovati in pietre appena fratturate, ed è questo che dà speranza a Hoover. Non si tratterebbe di una contaminazione terrestre.
Il problema è che, anche se le ipotesi di Hoover non verranno smentite, non si tratta di una prova, ma di un’ipotesi. Solo se e quando verranno trovati organismi viventi fuori dalla Terra si potranno davvero riscrivere i libri di biologia sull’origine della vita.