La sonda della NASA Lunar Reconnaissance Orbiter, che orbita attorno al nostro satellite, ha scoperto che il cratere Shackleton, al polo sud lunare, è ricoperto dal 22% di acqua sotto forma di ghiaccio. Anche se dovesse essere solo ghiaccio superficiale si tratta di una sensazionale scoperta, visto che finora non c’erano mai state evidenze della presenza del prezioso liquido sulla superficie lunare.
La ricerca è stata pubblicata oggi sulla rivista Nature.
Con grande sorpresa, i ricercatori dicono che sulle pareti del cratere sembra esserci più ghiaccio che nella sua base. Non c’è ancora alcuna ipotesi plausibile per spiegare il fenomeno, anche se sembra chiaro che il ghiaccio non è mai stato allo stato liquido, altrimenti si sarebbe raccolto nel fondo della depressione.
La scoperta è molto importante a livello di missioni spaziali, in quanto l’acqua è importantissima sia per le necessità umane, sia perché può essere scomposta in ossigeno e idrogeno, il primo utilizzabile per la vita, l’altro come combustibile.
Il Lunar Reconnaissance Orbiter è stato lanciato nel giugno 2009 per realizzare una mappa dettagliata della superficie lunare. Dopo aver raggiunto tale obiettivo, la sonda sta realizzando esperimenti scientifici, come quello che cercava di determinare la causa dell’insolita luminosità nel cratere Shackleton. “Le misure di luminosità sono state un rompicapo per due anni”, ha detto Gregory Neumann del NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland.
Il cratere Shackleton prende il nome dall’esploratore antartico Ernest Shackleton; è profondo circa 3 km e largo oltre 20 km. Poiché è molto vicino al polo sud, la luce del sole non raggiunge mai il fondo del cratere, anche se di tanto in tanto riesce a giungere sulle pareti. Utilizzando il laser altimetro del Lunar Reconnaissance Orbiter, un team guidato da Maria Zuber del MIT ha misurato la riflettività del fondo e delle pareti del cratere. Il raggio laser penetra la superficie a una profondità corrispondente alla sua lunghezza d’onda, che è meno di un millesimo di millimetro.
La base del cratere è risultata più luminosa previsto, e questo poteva indicare la presenza di ghiaccio. Ma le pareti sembrano essere ancora più luminose, e ciò è un mistero visto che la loro esposizione ai raggi solari dovrebbe causare la sublimazione, cioè il passaggio allo stato di vapore direttamente dallo stato di ghiaccio. Il team ha ipotizzato che occasionali terremoti – dovuti a impatti con meteoriti o alle maree gravitazionali della Terra – possano causare la caduta di materiale dalle pareti e l’affioramento di ghiaccio presente sotto la superficie.
Questo significherebbe che c’è molta più acqua nella roccia lunare (o almeno nel cratere Shackleton) di quello che finora immaginavamo.