A Prato, al Museo di Scienze Planetarie, un gruppo di scienziati ha annunciato di aver individuato una meteorite proveniente niente di meno che da Marte. L’annuncio suona davvero strano, nei giorni dell’invasione mediatica di Curiosity, ma non è la prima volta che dei ricercatori annunciano un simile evento. La metorite in questione si chiama NWA (North-West Africa) 7387 e proviene, appunto, dall’Africa.
“In questi anni di attività le oltre 200 nuove meteoriti studiate e caratterizzate nel Museo rappresentano un vanto per la città e l’intero territorio provinciale”, ha detto il presidente della Provincia di Prato Lamberto Gestri.
“La scoperta di una meteorite marziana è sempre un momento di grande importanza per la scienza – affermano Vanni Moggi Cecchi e Stefano Caporali – È opportuno infatti ricordare che finora dalle diverse missioni effettuate sul Pianeta Rosso nessun campione è stato riportato sulla Terra, e che le meteoriti marziane rappresentano le uniche testimonianze materiche di questo affascinante pianeta”.
Nel 2008, dagli stessi ricercatori, era stata scoperta un’altra meteorite proveniente da Marte (denominata NWA 4222) e nel 2010 una altrettanto rara, di origine lunare, denominata NWA 6687.
Rocce marziane sulla Terra?
Ma la domanda sorge spontanea: come è possibile che delle rocce provenienti da un altro pianeta finiscano sulla Terra? Ci sono diverse ipotesi che spiegherebbero il fenomeno. La prima è l’attività vulcanica. Materiale depositato sulla cima di un vulcano (e Marte ha sicuramente avuto un’intensa attività vulcanica nel suo passato) può essere stato espulso in un evento esplosivo, che se abbastanza potente (ricordiamo che la gravità marziana è più lieve di quella terrestre) può avere una velocità sufficiente per sfuggire dalla gravità marziana finendo nello spazio. Per puro caso, può accadere poi che questo materiale finisca abbastanza vicino alla Terra per essere catturato dalla sua gravità. E se è abbastanza grande, diventerà un meteorite sulla Terra, proprio come quella analizzata a Prato.
Un’altra ipotesi per un evento esplosivo abbastanza intenso da inviare materiale roccioso nello spazio è l’impatto violento con un asteroide o una cometa. Esistono ancora le tracce, sia sulla Luna che su Marte, di numerosi crateri di impatto. Anche se molti di essi non sono sufficienti a inviare rocce marziane nello spazio, potrebbe essere accaduto con eventi di particolare violenza.
Vita extraterrestre?
L’importanza delle rocce marziane sulla Terra è grande, in quanto potrebbero contenere la risposta che tanto agognano gli astrobiologi. E’ esistita la vita su Marte?
Qualche tempo fa questa risposta sembrava essere arrivata. Allan Hills 84001 (comunemente abbreviata con ALH 84001) è infatti una meteorite che si trovava nella località Allan Hills, in Antartide, ed è stata scoperta il 27 dicembre 1984 da un gruppo di cacciatori di meteoriti statunitensi del progetto ANSMET.
Questa roccia è diventata famosa in tutto il mondo nel 1996, quando gli scienziati annunciarono che poteva contenere tracce di fossili microscopici di batteri marziani, a causa della presenza di globuli carbonatici osservati.
Altri studi hanno smentito l’ipotesi, dicendo che le formazioni carboniose non possono essere la prove della vita passata su Marte.
In ogni caso, la mancanza di una risposta ha anche introdotto particolari interessanti. Nel mese di ottobre del 2011 è stata rivelata l’analisi isotopica della roccia, che mostra come i carbonati di ALH 84001 si sarebbero formati ad una temperatura di 18 °C con presenza di acqua e anidride carbonica a contatto con l’atmosfera marziana. E queste sono proprio le condizioni ideali per ospitare la vita.