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Amianto: quasi 400 i siti da bonificare con urgenza. Necessari 10 milioni l’anno per 10 anni

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 17.09.2012
Tetto in amianto. Dal dopoguerra al 1992, quando l’Italia vietò l'uso dell’amianto, circa 3,7 milioni di tonnellate di amianto sono sono state usate in oltre 3.000 prodotti tuttore presenti nel nostro paese

Tetto in amianto. Dal dopoguerra al 1992, quando l’Italia vietò l’uso dell’amianto, circa 3,7 milioni di tonnellate di amianto sono sono state usate in oltre 3.000 prodotti tuttora presenti nel nostro paese

 

In Italia sono 34.148 i siti dove c’è potenziale contaminazione d’amianto, di questi 373 sono siti di ‘priorità 1’, ossia a maggior rischio.

Un numero quest’ultimo destinato a crescere a circa 500 non essendo ancora completata la mappatura di tutte le regioni, dal momento che mancano i dati relativi a Sicilia e Calabria.

Sono i dati forniti durante il convegno tenuto oggi a Casale Monferrato in provincia di Alessandria sulla situazione amianto in Italia, che prelude alla II Conferenza governativa su amianto e patologie correlate che si terrà a Venenzia in novembre.

Al convegno, nel quale è stato presentato il Quaderno della Salute sull’amianto, hanno partecipato il Ministro della Salute Renato Balduzzi, il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Elsa Fornero e  Giovanni Simonetti, direttore scientifico dei Quaderni del Ministero della Salute.

Simonetti, che ha illustrato la situazione amianto in Italia, ha detto che anche se i dati sono ancora parziali, è evidente che si tratta di un problema di grave importanza.

Il Quaderno del Ministero della Salute rileva che “diventa indispensabile intervenire con urgenza nei 373 siti con Classe di Priorità del Rischio 1, ossia ad alto rischio” e “a tal fine è fondamentale il reperimento urgente delle necessarie risorse finanziarie atte a consentire nel breve termine l’attuazione degli interventi di messa in sicurezza e di bonifica”.

Secondo gli esperti con l’assegnazione di finanziamenti annuali di circa 10 milioni di euro per 10 anni “si ritiene che tutte le situazioni a maggiore rischio potrebbero essere rimosse”.

Il quaderno rileva poi che sul territorio nazionale vi sono 32 milioni di tonnellate di cemento amianto (cemento con amianto all’interno) ancora da bonificare per la cui dismissione, secondo l’Ispra, potrebbero occorrere 85 anni e che più di 3,7 milioni di tonnellate di amianto grezzo sono state consumate per diverse attività industriali dal dopoguerra al 1992, anno di messa al bando dell’amianto.

Ma quali son gli effetti sulla salute? Il Quaderno spiega che il tasso di incidenza del mesotelioma è pari a 3,6 casi per 100mila abitanti negli uomini e 1,6 casi per 100mila abitanti nelle donne con una latenza della malattia di circa 40 anni.
  “Questi dati-ha concluso Giovanni Simonetti- dimostrano la necessità di spingere molto sulla psiconcologia per avere la possibilità di assistere sia i pazienti che i loro familiari”.

Il Ministro Fornero nel suo intervento ha messo in evidenza il fatto che la crescita non può avvenire a discapito della salute. Crescere in fretta senza essere lungimiranti in realtà comporta dei costi che appariranno evidenti nel momento in cui si dovranno affrontare le spese sanitarie connesse con uno sviluppo cieco.

“L’amianto e’ il caso piu’ emblematico di quanto contradditori possono essere i processi di crescita” ha detto. “Spesso nella ricerca della crescita economica si sottovalutano i rischi di salute e sicurezza dei lavoratori e questo come paese civile ed europeo dobbiamo riuscire a superarlo attraverso un equilibrio non facile da trovare ma che va ricercato”.

“La crescita è un valore positivo ma dobbiamo fare attenzione ai costi che spesso si annidano e rischiano di avere conseguenze nel tempo – ha proseguito Fornero – dobbiamo salvare i posti di lavoro ma non a discapito della salute. La crescita economica è l’obiettivo al quale tendiamo, ma che va soppesato, non sacrificando altri obiettivi come la salute e la sicurezza”.

“C’e’ stata in passato la tentazione di chiudere un occhio o anche due perchè  bisogna andare velocemente, correre e innovare – ha concluso – ma le persone sagge e lungimiranti devono astenersi dal preferire vincere le sfide con la rapidità, anche a costi elevati, occorre dire ‘dobbiamo vincere la sfida del lavoro ma in condizioni di sicurezza”.

Il ministro Balduzzi ha affermato che quello dell’amianto è un problema nazionale che potrebbe essere inserito in una rete europea di centri specializzati sulle malattie correlate, alla quale il Ministro sta già lavorando

“Casale è l’emblema della grande sofferenza legata alle patologie correlate all’amianto, ma non dimentichiamo che l’amianto è un problema nazionale”, ha spiegato Balduzzi.

“L’auspicio è  quello di poter riprendere con determinazione la questione amianto e quella del mesotelioma, con attenzione ai problemi delle bonifiche, del monitoraggio dei lavoratori , degli ex esposti, e un’attenzione agli standard assistenziali degli ammalati, così come al coordinamento della ricerca scientifica, perché molto resta ancora da fare su questi temi.

La seconda Conferenza governativa sull’amianto, a novembre a Venezia, “sarà l’occasione per fare il punto su ciò che si è fatto in questi anni e per definire la strategia per il futuro”. “Vorremmo coordinare la ricerca anche a livello europeo. Abbiamo proposto di realizzare una rete europea di centri di riferimento per le malattie da amianto. E la commissione europea ha chiesto all’Italia di coordinare la rete”.

Il Ministro  dell’Ambiente Clini ha chiesto invece agevolazioni fiscali per quelle aziende che intendono effettuare delle bonifiche ambientali.

“Più che fondi chiedo misure fiscali per fare in modo che gli investimenti che hanno come obiettivo il risanamento ambientale abbiamo facilitazioni fiscali. Il ministero dell’Ambiente ha avuto un decremento del 73% del suo bilancio” ha concluso Clini.

Fonti: Adnkronos, La Stampa.it

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