La Cina ha detto che intende continuare a controllare le esportazioni di cruciali minerali contenenti le cosiddette “terre rare”, elementi chimici particolarmente rari in natura, ma non vuole imporre un embargo o usare questi minerali cone un mezzo di scambio politico.
Il premier Wen Jiabao ha fatto queste affermazioni mercoledì 6 settembre, durante un incontro con imprenditori europei. Il testo è stato dato alla stampa giovedì 7 settembre dall’agenzia ufficiale Xinhua.La Cina possiede più del 95% delle terre rare estratte in tutto il pianeta, e questi particolari metalli sono di fondamentale importanza per la realizzazione di innumerevoli prodotti ad alta tecnologia, come gli iPod o le auto ibride. La Cina ha tagliato la quota di minerali esportati in luglio del 72%, da cui le preoccupazioni in tutto il mondo sulle sue intenzioni.
Wen Jiabao ha detto a Bruxelles che la Cina agirà per evitare l’esaurimento delle riserve Ha aggiunto, inoltre, che la Cina continuerà ad esercitare “gestione e controllo” sull’industria estrattiva ma “non ci sarà nessun embargo”.
Le paure che la Cina possa usare le terre rare come una perce di scambio sono cresciute lo scorso mese durante una disputa con il Giappone, a causa dell’arresto da parte di quest’ultimo di un capitano di un peschereccio cinese, che si trovava vicino ad isole nel Mar della Cina su cui ci sono rivendicazioni da parte dei due Paesi.
I commercianti di minerali giapponesi hanno detto che i rifornimenti dalla Cina sono stati bloccati e il ministro dell’Economia Banri Kaieda ha detto che Pechino avrebbe imposto un embargo “de facto” sull’esportazione. La Cina, naturalmente, nega di aver fermato l’export dei minerali.
Il Giappone ha iniziato a cercare altre opzioni per ottenere i minerali, che hanno anche applicazioni militari. Una delegazione giapponese visiterà la Mongolia questo mese per investigare le possibilità di estrarre le terre rare qui.