Continuano le immolazioni di tibetani in protesta contro l’occupazione cinese e l’esilio del Dalai Lama. Sabato 17 novembre una donna tassista e madre di due bambini è morta dopo essersi data fuoco nella parte occidentale della Cina, nella provincia di Qinghai, secondo quanto riferito da gruppi per i diritti umani, aggiungendo che si tratta dell’ottava auto-immolazione nelle ultime due settimane.
In un comunicato ila guida spirituale tibetana dall’India ha detto che che chi si toglie la vita auto-immolandosi agisce in linea di principio secondo la pratica della non-violenza, in quanto ha avuto il coraggio di sacrificare la propria vita per una causa in cui crede.
“I tibetani che si ardono vivi sono certamente persone che hanno grande coraggio e determinazione nel sacrificare la propria vita – questo darebbe loro facilmente la possibilità di far del male ad altre persone – ma credo che queste persone, anche se praticano un po’ di violenza, in linea di principio stanno ancora praticando la non-violenza “, ha detto il Dalai Lama.
Ha aggiunto che la nuova generazione di tibetani in Tibet ha maggiore determinazione rispetto alle generazioni precedenti.
Il Nobel per la pace ha inoltre avvertito che la situazione in Tibet è grave.
“Ora le cose [in Tibet] sono gravi. Se il governo cinese è d’accordo o meno, ci sono dei problemi e questi problemi non sono né buoni per i tibetani e né per il popolo cinese. Quindi, dobbiamo trovare una soluzione basata sulla comprensione reciproca e sul rispetto reciproco”, ha ha detto.
Il Dalai Lama si è rivolti ai membri del Tibet Support Group provenienti da tutto il mondo, che si sono riuniti per discutere della situazione in Tibet.