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Crisi alimentare: scienziati forniscono direttive per l’agricoltura

Scritto da Valeria Gatti il 02.04.2012

Coltivazione intensivaMadison – È di pochi giorni fa la notizia che una commissione indipendente di scienziati esperti di 13 continenti ha stilato una serie dettagliata di raccomandazioni, indirizzandola a chi si occupa di politiche del territorio. Si tratta di punti chiave che illustrano come si può raggiungere la sicurezza alimentare di fronte ai cambiamenti climatici.  Questi ultimi stanno infatti minacciando la disponibilità di cibo: l’aumento delle temperature è un problema per la produzione agricola. Ogni aumento di 1 grado Celsius durante la stagione vegetativa, può significare per i coltivatori una diminuzione del 10% dei raccolti.

Nel suo report, la Commissione sull’Agricoltura Sostenibile e sul Cambiamento Climatico ( Commission on Sustainable Agriculture and Climate Change ) propone risposte specifiche e strategie di sfida globale, con lo scopo di nutrire un mondo messo a duro confronto e minacciato dai cambiamenti climatici, dalla crescita della popolazione,  dalla povertà, dagli innalzamenti del costo del cibo e dal degrado dell’ecosistema. Il report sottolinea le proposte avanzate, anche in vista del futuro summit Rio+20 Earth Summit, degli incontri di  UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) e del G20 ( Group of 20 nations).  “L’insicurezza alimentare e i cambiamenti climatici stanno già mettendo a dura prova il benessere umano e la crescita economica nel mondo e questi problemi sono sul punto di accrescersi,” ha detto Sir John Beddington, presidente della commissione. “Si necessita di una politica di azione decisiva se vogliamo preservare la capacità del pianeta di produrre il cibo sufficiente per il futuro”.  Il report è stato reso noto durante la conferenza Planet Under Pressure, dove scienziati provenienti da ogni parte del mondo stanno perfezionando le soluzioni in vista della sfida alla sostenibilità globale, obiettivo del Rio Summit che si terrà dal 20 al 22 giugno in Brasile. La commissione è stata creata nel 2011 ed è stata incaricata di identificare gli approcci migliori basati sulla ricerca, approcci che riguardano il modo di assicurare il cibo a livello globale in vista dei cambiamenti climatici.

Il nuovo report, disponibile al link http://bit.ly/ClimateFoodCommissionFinal, delinea sette raccomandazioni che si spera vengano implementate grazie al contributo dei governi, delle istituzioni internazionali, degli investitori, dei produttori agricoli, dei consumatori, delle aziende alimentari e dei ricercatori. Queste raccomandazioni riguardano cambiamenti da portare avanti in materia di politica, finanza, agricoltura, aiuto allo sviluppo, scelte di dieta e sprechi alimentare, così come l’investimento rinnovato nei sistemi di conoscenza per supportare questi cambiamenti.
“Si è ormai capito che le fattorie di ogni dimensione di tutto il mondo sono elementi fondamentali per venire incontro ai bisogni alimentari dell’essere umano e al suo benessere economico, ma queste aziende, e questa è un’intuizione recente, devono anche far fronte a scelte critiche che possono avere implicazioni significative nel modo in cui noi gestiamo il Pianeta, soprattutto per quanto riguarda l’approvvigionamento sufficiente di cibo a lungo termine,” ha detto Molly Jahn, Commissario degli Stati Uniti, professore all’Università del Wisconsin-Madison.

Inoltre, cambiamenti nelle pratiche agricole, hanno il potere di creare benefici sia per l’adattamento umano che per rendere più mite il cambiamento climatico stesso. Per esempio, in Cina, circa 400 chilogrammi di fertilizzanti chimici sono utilizzati su ogni ettaro di terreno agricolo e, in Messico, l’agricoltura rappresenta il 77% dell’uso dell’acqua potabile, in parte dovuta ai sussidi dati per l’acqua e l’elettricità usate per l’irrigazione.
“Tali intuizioni sono punti di partenza, ma anche sfide e opportunità per rimettere a fuoco le politiche e i budgets,” ha detto Jahn in accordo con altri commissari; insieme hanno comunicato all’ UNFCCC l’urgenza di stabilire un programma di lavoro che faccia leva su queste questioni. Oltre ad affrontare la problematica dell’agricoltura, le raccomandazioni della commissione puntano il dito anche sull’ incertezza alimentare e richiedono politiche e programmi per supportare la salute e la sostenibilità di ciò che mangiamo, attraverso anche il sostegno alle popolazioni vulnerabili.

In particolar modo, gli scienziati sottolineano il bisogno di incrementare i dati e le decisioni a supporto dei gestori e dei fautori delle politiche del territorio. “Gli elementi del sistema alimentare – suolo, acqua, clima, energia, persone – sono intimamente connessi tra loro ed è importante che noi comprendiamo il modo in cui possano lavorare insieme, così da formare un sistema e fare arrivare tutte le informazioni nelle mani di chi ne ha più bisogno,” ha detto Jahn. Il report della commissione presenta un quadro scarno delle sfide portate avanti sino ad ora e chiede azioni più decisive su scala globale per assicurare un più ampio spazio operativo sulla questione climatica per le future generazioni.

“Molti leader del settore pubblico e privato stanno già facendo passi avanti per oltrepassare le barriere tecniche, sociali, finanziarie e politiche, allo scopoi d raggiungere un sistema alimentare sostenibile” dice Bruce Campbell, direttore del CGIAR, Gruppo sulle Ricerche dell’Agricoltura Internazionale (International Agricultural Research), che ha istituito la commissione nel febbraio 2011. “Il lavoro della commissione ci fa capire chi ha bisogno di fare cosa per portare questi primi sforzi al livello successivo”. La commissione unisce le esperienze di scienziati esperti nel naturale e nel sociale, che lavorano nei campi dell’agricoltura, del clima, del cibo e del nutrimento, dell’economia e delle risorse naturali, dall’Australia, al Brasile, Bangladesh, Cina, Etiopia, Francia, Kenya, India, Messico, Sud Africa, Regno Unito, Stati Uniti e Vietnam.

Ecco le raccomandazioni della commissione:
1. Integrare la sicurezza alimentare e l’agricoltura sostenibile nelle politiche nazionali e globali

2. Innalzare in modo significativo il livello degli investimenti globali nell’agricoltura sostenibile e nel sistema alimentare entro i prossimi dieci anni

3. Intensificare in modo sostenibile la produzione agricolo e contemporaneamente ridurre le emissioni di gas e di altri impatti ambientali negativi nell’agricoltura

4. Classificare gli obiettivi da raggiungere per quelle popolazioni e quei settori che sono più vulnerabili al cambiamento climatico e all’incertezza alimentare

5. Ridare forma all’accesso di cibo e ai modelli di consumo, per assicurare che i bisogni di nutrimento base siano raggiunti da tutti e per incoraggiare la salute le abitudini alimentari sostenibili nel mondo intero
6. Ridurre la perdita e il consumo nel sistema alimentare, a partire dalle infrastrutture, dalle pratiche agricole, dai processi di distribuzione e dalle abitudini domestiche

7. Creare un sistema di informazione comprensibile, condivisibile e integrato, che sia in grado di raggruppare le dimensioni umana ed ecologica

È chiaro ormai che i livelli di sicurezza alimentare sono destinati a peggiorare, a meno che governanti e governati non si mobilitino al più presto per stabilizzare le risorse alimentari, regolarizzare il clima, implementare le falde idriche, preservare i terreni, proteggere i campi e riorganizzare la produzione. Ci stiamo avvicinando a quelli che sono i limiti intrinseci all’efficienza della fotosintesi, limiti che stabiliscono il confine della produttività biologica del pianeta e, di conseguenza, la capacità del pianeta di sostenere la popolazione umana.

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