Dopo il terribile terremoto giapponese dell’11 marzo scorso, seguito dallo tsunami che ha cancellato migliaia di vite (non si sa ancora quante), è scattato il pericolo nucleare in Giappone. Undici reattori nucleari si sono automaticamente spenti, in che significa che le barre di controllo per fermare la reazione nucleare si sono abbassate e frapposte tra le barre di uranio. Ma questo non basta per fermare una centrale nucleare. Occorre infatti continuare a raffreddare il nucleo a causa del calore residuo, che continua ad essere presente per alcuni giorni e che può causare gravi danni al nucleo del reattore se non dissipato correttamente, come vedremo.
Il problema che si stanno trovando ad affrontare i tecnici giapponesi con due (per ora) degli 11 impianti era teoricamente molto remoto, ossia la mancanza di energia elettrica per alimentare i sistemi di raffreddamento del nucleo e la rottura dei generatori diesel d’emergenza. Quello che è accaduto è che il forte terremoto ha fermato automaticamente la produzione elettrica in un quinto degli impianti giapponesi (si stima che la produzione elettrica complessiva del Giappone sia scesa del 20%) e questo sembra aver lasciato “al buio” la centrale di Fukushima. Contemporaneamente, il maremoto fortissimo ha danneggiato in qualche modo i generatori diesel che erano stati pensati per sopperire ad una mancanza di energia elettrica. Questi due eventi erano considerati remoti dall’Agenzia sulla Sicurezza Nucleare giapponese, ma si sono verificati in ben due impianti.
L’uranio nel nucleo di un reattore nucleare è intrappolato in una lega di zirconio in lunghe barre verticali che affondano in un contenitore cilindrico riempito d’acqua, chiamato comunemente nucleo. L’acqua in cui le barre di materiale fissile sono immerse svolge una funzione importantissima, ossia controlla la reazione nucleare catturando i neutroni che si producono dalla fissione dei nuclei di uranio, che lasciati a loro stessi innescherebbero una reazione a catena incontrollata. Se l’acqua scende sotto un certo livello lasciando le barre scoperte, la temperatura inizia a salire drammaticamente e le barre si danneggiano, rilasciando molto materiale fissile e prodotti della fissione (radioattivi). A questo punto il nucleo inizia a fondersi a causa delle altissime temperature.
Lo zirconio presente nelle lega inizia ad interagire con il vapore acqueo, formando ossido di zirconio, e durante questa reazione si libera idrogeno, la cui pericolosità è ben nota in quanto facilmente infiammabile. Ed è in questo modo che sembra essersi prodotto l’idrogeno che ha causato l’esplosione all’impianto 1 di Fukushima.
Ma l’idrogeno a questo punto si trova ancora dentro il contenitore del nucleo, che non contiene ossigeno, quindi non può esplodere. Ma se i tecnici, per evitare che l’alta pressione del nucleo danneggi la sua tenuta sono costretti a far uscire gas attraverso le valvole di sicurezza, ecco che l’idrogeno si deposita nell’edificio esterno. Da notare che il gas è radioattivo. A questo punto l’idrogeno può esplodere in presenza di ossigeno, ed è quello che è successo ieri.
Ma torniamo al nucleo, che può fondere se non viene raffreddato per alcuni giorni, fino a quando, cioè, il calore residuo di reazione non decresce significativamente. Se il nucleo fondesse, sicuramente riuscirebbe a bucare il contenitore (fondendolo) e colerebbe al di sotto, facendo diventare tutta l’area intorno al reattore altamente radioattiva. Questo scenario da incubo creerebbe un nuovo mostro ambientale difficilmente bonificabile e con costi enormi per la collettività (ma sembra che il pericolo di contaminazione della faglia sottostante come nel caso di Chernobyl sia esclusa dalla proprietaria TepCo della centrale e dagli esperti finora interpellati).
Per evitare quindi la fusione completa e il danneggiamento del contenitore occorre raffreddarlo per alcuni giorni, cosa che stanno cercando di fare i tecnici giapponesi con entrambi i reattori.
Pompare acqua marina e acido borico nei reattori è stato un caso disperato, che lo renderà non più utilizzabile ma che sembra star funzionando. L’importante è non permettere alle barre di uranio di diventare una lava fusa e radioattiva, in grado di bucare ogni tipo di contenimento metallico sulla sua strada e di esplodere rilasciando scorie altamente radioattive in atmosfera.
Aggiornato: 14 marzo, ore 9:40.
Secondo me occorre usare le energie alternative in toto,si potrebbe fare.
Comunque non siete informati:le centrali in questione sono state progettate negli anni 50 negli Stati Uniti
Ne segue che viene buttata in ambiente come vapore radioattivo. In che misura non saprei.
@Claudio: Direi che in continua evaporazione, date le altissime temperatura e pressione del nucleo. E’ questo il motivo per cui andrebbe immessa, in condizioni normali, solo acqua purissima che non provoca incrostazioni e residui nel nocciolo. In questi giorni invece stanno immettendo acqua di mare, che ha messo la parola fine all’uso futuro dei reattori in questione dato che sono stati irrimediabilmente sporcati (e nessuno andrà mai a pulirli, sono altamente radioattivi al loro interno). Inoltre, l’acqua di mare è corrosiva per l’acciaio.
Una curiosità. L’acqua di mare usata per il raffreddamento ‘temporaneo’ delle centrali giapponesi, che fine fa? VIene rigettata in mare?
Grazie
RickC “Le atomiche sono tutto sommato gli impianti che secondo me in questa catastrofe hanno (finora) inquinato meno eh…”
Peccato che, come la storia ci ha insegnato, il chimico, petrolchimico, e il veleni vari ecc sono immediatamente bonificabili nn privi di danni duraturi nel tempo ma attenuabili in gran parte nell’immediato, gli incidenti nucleari gravi nn sono bonificabili prima di diversi anni o comunque lasciano non solo un danno ma soprattutto un pericolo costante e duraturo nel tempo.
sono favorevole al nucleare, ma sicuramente e oltre ogni ragionevole dubbio non è affatto alla nostra portata, non per incapacità tecniche di realizzazione,ma soprattutto per l’incapacità e la mancanza di serietà che serve per gestire la sicurezza degli impianti,se pensiamo a quello che succede con gli inceneritori di rifiuti dove non siamo capaci a gestire fumi polveri, pensate alle radiazioni,per noi italiani vanno bene solo impianti idroelettrici,solari,ed eolici, e con molte precauzioni.
La tecnologia giapponese oggi secondo me è la più avanzata, infatti vediamo le costruzioni, i ponti, palazzi, architettura ecc. ecc. Tecnologia in tutto e nonostante ciò è successo l’irreparabile. E’ vero che è successo un’apocalisse, ma sempre irreparabile. Pensate ora una centrale in Italia con le tecnologie all’avanguardia ma in ritardo di almeno 20 o 30 anni rispetto al Giappone. Cosa succederebbe se un reattore funzionasse male?? Non voglio pensare, ma piuttosto penso che è meglio evitare e pensare ad altri modi meno pericolosi per creare energia e ce ne sono.
Complimenti per la chiarezza ed anche per esserti attenuto ai fatti, senza inframezzare commenti. E’ utile soprattutto la possibile spiegazione delle cause di esplosione della struttura civile esterna.
[…] Tags: Centrale nucleare, Fukushima, fusion del nucleo, Radiazioni, Uranio, Zirconio Posted in Scienzatec | 1 Comment » […]
Pero’ ragazzi ok il nucleare ma in Giappone è stata un’apocalisse! Immaginatevi che altro è successo: impianti chimici che prima terremotati e poi allagati hanno riversato liquami velenosi, tossici, cancerogeni nelle acque e nei terreni, impianti petrolchimichi che in fiamme hanno liberato nell’aria Dio solo sa che cosa. Le atomiche sono tutto sommato gli impianti che secondo me in questa catastrofe hanno (finora) inquinato meno eh…
Grazie per la chiarezza. Quando capiremo che non sarà mai possibile raggiungere una sicurezza al 100% sulle centrali nucleari!!! Basta con il nucleare. Mi ha positivamente impressionato la reazione in Germania della catena dei 60mila che hanno collegato una centrale tedesca al palazzo del governo. Mi ha fatto sorridere la risposta : LE NOSTRE CENTRALI SONO SICURE. Non certo più sicure di quelle giapponesi. Invece si sono verificate situazioni non previste.