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Alzheimer, scoperta relazione con la qualità del sonno

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 16.02.2012

Alzheimer, particella tauUn nuovo studio ha scoperto che le persone che hanno un sonno “meno efficiente” hanno più probabilità di avere i marcatori della diagnosi precoce del morbo di Alzheimer rispetto a coloro che non hanno problemi di sonno.

“Un sonno turbato sembra essere associato ad un’accumulo di placche beta-amiloidi, un segno distintivo dell’Alzheimer nel cervello di persone senza nessun problema di memoria”, ha detto l’autore dello studio Yo-El Ju, della Washington University School of Medicine in St. Louis e membro della American Academy of Neurology.

“Sono necessarie ulteriori ricerche per determinare perché questo avviene e se una modifica nelle modalità del riposo può agire sul declino cognitivo,” ha aggiunto.

I ricercatori hanno testato i modelli di sonno di 100 persone di età compresa tra i 45 e gli 80 anni senza alcun segno di declino cognitivo. La metà aveva una storia familiare di malattia di Alzheimer. Per misurare il sonno è stato utilizzato un dispositivo elettronico per due settimane. I ricercatori hanno anche analizzato i diari del sonno e alcuni questionari che hanno fatto compilare ai partecipanti.

Dopo lo studio, si è scoperto che il 25 per cento dei partecipanti presentava evidenza di placche amiloidi, che possono apparire anni prima che i sintomi dell’Alzheimer appaiano.

Il tempo medio che le persone dello studio hanno trascorso a letto è stato di circa otto ore, ma il tempo di sonno medio è stato di 6,5 ore a causa di brevi risvegli nella notte.

Lo studio ha trovato che le persone che si svegliavano più di cinque volte all’ora avevano una maggiore probabilità di avere placche di beta-amiloidi rispetto a persone che non si svegliavano.

“L’associazione tra l’interruzione del sonno e le placche di beta-amiloide è molto interessante, ma da questo studio non possiamo determinare un rapporto causa-effetto. Abbiamo bisogno di studi a lungo termine, dopo aver monitorato il sonno degli individui per anni, per determinare se i disturbi del sonno possano portare a placche beta-amiloidi, o se al contrario i cambiamenti del cervello nei primi mesi del morbo di Alzheimer abbiano effetto sul sonno, “Ju ha detto.

“Il nostro studio pone le basi di un’indagine sulla relazione tra sonno e Alzheimer”, ha aggiunto.

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