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Creati con una stampante 3D i vasi sanguigni

Grazie ad nuova ricerca un team internazionale di scienziati è riuscito a stampare in 3D i vasi sanguigni. Lo studio potrebbe condurre a facilitare e rendere possibili i trapianti di organi stampati in 3D

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 11.07.2014

Grazie ad nuova ricerca un team internazionale di scienziati è riuscito a stampare in 3D i vasi sanguigni. Lo studio potrebbe condurre a facilitare e rendere possibili i trapianti di organi stampati in 3D.

Immaginate un ospedale in cui è possibile stampare un organo e i vasi sanguigni solo premendo un tasto su un monitor collegato ad una stampante. Siamo molto lontani da un obiettivo del genere, hanno avvertito gli scienziati, ma la direzione è quella descritta da uno scenario del genere.

Vasi sanguigni in 3D

I ricercatori delle Università di Sydney, Harvard, Stanford hanno intrapreso questa ricerca perchè ogni hanno sono migliaia le persone  che potrebbero essere salvate con un trapianto di organi: si tratta di malati di cancro e di altre patologie, ma anche vittime di incidenti e traumi.

Stampare i vasi sanguigni dà la possibilità agli organi di rigenerarsi in fretta: infatti attraverso il sangue arriva il nutrimento per gli organi.

Una delle maggiori sfide per la progettazione di grandi tessuti e organi è quella di far crescere una rete di vasi sanguigni e capillari,” spiega il dott. Luiz Bertassoni, primo autore della ricerca. “Le cellule muoiono senza un adeguato apporto di sangue e l’ossigeno che il sangue trasporta è necessario perchè le cellule crescano e eseguano una serie di funzioni nel corpo.”

Utilizzando una bio-stampante  i ricercatori hanno stampato le piccole fibre interconnesse attorno alle quali hanno fatto crescere del materiale biologico. Rimuovendo “gli stampi” i ricercatori hanno registrato che il materiale biologico cresceva e si vascolarizzava ulteriormente.

Naturalmente si tratta solo di un primo e importante passo. Come spiega il dott. Bertassoni, “Per illustrare la portata e la complessità della sfida di bio-ingegneria a cui ci troviamo di fronte, si consideri che ogni cellula del corpo ha solo la larghezza di un capello. Replicare la complessità di queste reti è un ostacolo che impedisce all’ingegneria dei tessuti di diventare una vera e propria applicazione clinica mondiale”.

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