I malati reumatici non hanno accesso alle cure con i farmaci biologici. Queste cure, che hanno effetti in un lasso di tempo relativamente breve, sono infatti molto costose e lo Stato non riesce a garantire le cure per tutti i malati. Ma, secondo una ricerca, a spendere di meno spendiamo di più: infatti le malattie reumatiche sono seriamente invalidanti e incidono pesantemente sulla riproduttività lavorativa dei malati, con costi assolutamente non sottovalutabili. Inoltre, se si riuscisse ad estendere la cura ad un numero maggiore di persone, si riuscirebbe ad abbattere alcuni costi.
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La cifra che il nostro paese spende in cure per i malati reumatici è quasi la metà di quello che spende la Francia e un terzo di quello che spende la Germania. Ma siamo anche dietro a Spagna e Regno Unito.
Per i malati reumatici ogni giorno, ogni azione che noi diamo per scontata è una vera sfida. Alzarsi, pettinarsi, vestirsi, abbottonare la camicia, lavarsi i denti, per non parlare di fare le scale sono azioni estremamente faticose. E a volte il dolore è talmente insopportabile che si resta a casa, 4 ore ogni giorno secondo le cifre rese pubbliche al convegno “L’appropriatezza prescrittiva dei farmaci biologici quale strumento di risparmio per la collettività”.
I malati reumatici in Italia sono 700.000. Il 20% di loro, non rispondendo alle normali cure, dovrebbe accedere ai farmaci biologici. Ma dei 70mila con artrite reumatoide che avrebbero bisogno dei biologici appena 20mila sono in trattamento; dei 40mila malati di spondiloartrite elegibili ricevono i biologici solo in 20mila, e dell’analogo numero dei pazienti con artrite psoriasica da trattare con biologici, solo 10mila di essi praticano tale terapia.
Ma questa mancanza non porta ad un reale risparmio, perchè le assenze dal lavoro hanno un costo che va considerato.
«L’introduzione di queste terapie ha rappresentato una vera rivoluzione per i malati reumatici, incidendo molto favorevolmente sulla loro qualità di vita – spiega Giovanni Minisola, past President della Società Italiana di Reumatologia e Primario della Divisione di Reumatologia dell’Ospedale di Alta Specializzazione ”San Camillo” di Roma – . Sono terapie costose, perchè un anno di trattamento con biologici costa circa 10mila euro a paziente; tuttavia, il risparmio possibile erogandole agli ulteriori 100mila italiani che ne avrebbero bisogno ma che attualmente ne sono esclusi, abbatterebbe i costi indiretti pari a 1,7 mld di euro, aumentando la capacità lavorativa e la produttività delle persone colpite, con un risparmio di 1 mld di euro all’anno. Ogni giorno, infatti, i pazienti con una malattia reumatica cronica di grado severo non trattati, impiegano un’ora e mezza in più rispetto a chi non è malato solo per iniziare la giornata: pettinarsi, prendere un caffè, lavarsi. Ognuno di loro, inoltre, se non trattato in maniera adeguata, perde in media 12 ore di lavoro a settimana e 216 euro per mancata produttività. Per lo Stato tutto ciò ha un impatto economico enorme: ogni anno vanno in fumo 1,7 miliardi di euro per colpa delle giornate lavorative perse (600 milioni di euro) e della ridotta efficienza produttiva (1,1 miliardi di euro)».