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Metodo Zamboni, studio Cosmo: inefficace contro Sclerosi Multipla

Secondo i risultati del recente studio Cosmo l’associazione tra (Ccsvi) e sclerosi multipla non esiste, né all’inizio né nelle fasi progressive della malattia

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 07.09.2013

Secondo i risultati del recente studio Cosmo l’associazione tra (Ccsvi) e sclerosi multipla non esiste, né all’inizio né nelle fasi progressive della malattia.

Sclerosi multipla, effetto sulla mielina di nerviDa quando nel lontano 2008 il professor Paolo Zamboni annunciò che c’era secondo lui un collegamento tra la  Ccsvi (insufficienza venosa cerebrospinale cronica) e la Sclerosi multipla. Sedondo il medico, liberando le vene e ripristinando il normale flusso di sangue si ridurrebbero drasticamente sintomi della sclerosi multipla, come senso di stanchezza, sonnolenza, formicolio perenne alle braccia e altro.

La comunità scientifica ha negli anni messo in atto una serie di studi per confermare o smentire i risultati del metodo Zamboni. Il recente studio Cosmo, effettuato mese fa e pubblicato sulla rivista scientifica Multiple Sclerosis Journal, basato su 1800 pazienti analizzati a doppio cieco non lascia molte speranze.

Il responso: “I dati dello studio Cosmo non lasciano spazio ad alcun tipo di obiezione o dubbio: l’associazione tra (Ccsvi) e sclerosi multipla non esiste, né all’inizio né nelle fasi progressive della malattia”. Tuttavia le reazioni dei sostenitori del metodo sono altrettanto nette: “Nessuno studio può autopromuoversi come l’unico e definitivo, in medicina. Nemmeno Cosmo” ha risposto l’Associazione Ccsvi nella sclerosi multipla Onlus.

“Ora che è pubblicato avremo la possibilità di studiare meglio i suoi contenuti, annunciati da un anno, e ci esprimeremo con ancora maggiore chiarezza su di essi. Riteniamo tuttavia che i punti essenziali delle nostre critiche allo studio difficilmente potranno subire variazioni di rilievo”, si aggiunge nel comunicato.

Le analisi son ostate svolte in trentacinque centri italiani e sono 26 gli specialisti coinvolti dopo un periodo di addestramento per non avere errori o difformità nell’esecuzione degli Eco color doppler. Sono stati inoltre spesi circa un milione e mezzo di euro dalla Fisma, la fondazione dell’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism).

Naturalmente si tratta di una ricerca che dovrà essere confermata o smentita, e sono tanti i pareri nel mondo scientifico e non mancano già i pareri discordanti, come quello della fondazione Hilarescere.

Qui il commento del prof. Paolo Zamboni sul quotidiano Avvenire: http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/replicazamboni.aspx 

Infine qui il comunicato stampa dell’associazione Ccsvi: http://www.ccsvi-sm.org/?q=node%2F1856

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  • Alessandro Rasman scrive:

    Secondo
    quanto aveva già dichiarato nel 2010 e nel 2012 il prof. Paolo Zamboni
    (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara),
    scopritore della CCSVI nel 2007, la criticità principale dello studio
    CoSMo è il training (formazione) insufficiente dei medici partecipanti
    che sono neurologi che in precedenza mai si erano occupati della
    circolazione venosa extracranica.
    L’esame ecocolordoppler per la
    diagnosi della CCSVI è infatti un esame nuovo e difficile soprattutto in
    mancanza di un training adeguato e di una pregressa esperienza sulla
    circolazione venosa (campo di pertinenza di angiologi, chirurghi
    vascolari e radiologi).
    Anche nella valutazione dei revisori
    centrali di Aism qualcosa non ha funzionato (è comunque difficile
    valutare un esame ecodoppler fatto altri).
    Nonostante non siano
    state riportate nel dettaglio ci sono state infatti notevoli discrepanze
    di dati tra i vari centri SM partecipanti, fatto che non fa che
    confermare l’esistenza di un problema di training dei vari ecografisti
    coinvolti.
    Come se ciò non bastasse alcuni centri SM hanno
    pubblicato altri studi sulla correlazione tra CCSVI e SM, con dati
    completamente diversi dallo studio CoSMo.
    Ecco una loro rassegna:

    Nel grande studio multicentrico (2) pubblicato nell’ottobre 2011 sulla
    rivista scientifica BMC Neurology ed intitolato “Chronic cerebrospinal
    venous insufficiency in multiple sclerosis: clinical correlates from a
    multicentre study” (Insufficienza venosa cronica cerebrospinale nella
    sclerosi multipla: correlazioni cliniche di uno studio multicentrico),
    le conclusioni degli autori sono “I metodi per la diagnosi di CCSVI
    hanno bisogno di essere raffinati, siccome le differenze tra i centri,
    in particolare nei singoli criteri, sono state troppo elevate.
    Nonostante queste differenze, la forte associazione tra CCSVI e i
    fenotipi di SM suggerisce che la presenza di CCSVI può favorire uno
    sviluppo successivo della sclerosi multipla nei pazienti con una minore
    suscettibilità alle malattie autoimmuni e può aumentare la sua gravità”.

    Allo studio hanno partecipato anche i centri SM di Pavia (prof.
    Bergamaschi), Napoli Federico II° (prof. Brescia Morra), Roma La
    Sapienza (dr.ssa Altieri) e Don Gnocchi di Milano (dr.ssa Mendozzi).

    Nello studio (3) pubblicato nel maggio 2012 sulla rivista scientifica
    Current Neurovascular Research ed intitolato “Multigate quality Doppler
    profiles and morphological/hemodynamic alterations in multiple sclerosis
    patients” (Profili doppler di qualità multigate e alterazioni
    morfologiche/emodinamiche in pazienti con sclerosi multipla), gli autori
    hanno concluso che “l’ecocolordoppler ha un valore importante nei
    pazienti con SM per il rilevamento di anomalie delle vene giugulari
    interne e una buona riproducibilità interoperatore della procedura. A
    loro avviso la SM è associata alla CCSVI anche se sono necessari
    ulteriori studi”.
    Allo studio ha partecipato il centro SM del Policlinico di Bari (prof.ssa Trojano).

    Nello studio (4) pubblicato nell’agosto 2012 sulla rivista scientifica
    PlosOne ed intitolato “Multiple sclerosis and CCSVI: a population-based
    case control study” (Sclerosi Multipla e CCSVI: uno studio
    caso-controllo basato sulla popolazione), le conclusioni degli autori
    sono “E’ stata trovata un’alta frequenza di CCSVI nei pazienti con SM.
    Era più evidente nei pazienti con SM avanzata, suggerendo che la CCSVI
    potrebbe essere correlata alla disabilità nella SM”.
    Allo studio ha partecipato il centro SM del Policlinico di Catania (prof. Patti).

    Nello stuudio (5) pubblicato nel febbraio 2013 sulla rivista
    scientifica BMC Neurology ed intitolato “Chronic cerebrospinal venous
    insufficiency in multiple sclerosis: a highly prevalent age-dependent
    phenomenon” (Insufficienza venosa cronica cerebrospinale nella sclerosi
    multipla: un fenomeno altamente prevalente che dipende dall’età) gli
    autori hanno concluso che “la CCSVI definita ecograficamente è comune
    nei pazienti con SM. Tuttavia la CCSVI appare essere associata
    primariamente con l’età dei pazienti e scarsamente correlata con il
    decorso clinico della malattia”.
    Allo studio ha partecipato il centro SM del Policlinico Federico II° di Napolii (prof. Brescia Morra).

    Come si può notare tutti quesi studi offrono delle conclusioni molto
    diverse da quelle dello studio CoSMo di Aism e dimostrano unicamente
    come l’esame ecodoppler sia poco affidabile in mancanza di uno specifico
    training.
    Lo studio CoSMO pertanto non può assolutamente considerarsi come “definitivo”.

    (1) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24014572

    (2) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22029656

    (3) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22475396

    (4) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22870210

    (5) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23406210

  • Mauro Esposito scrive:

    peccato che lo studio cosmo pagato dai produttori di farmaci ed in evvidente conflitto di interessi, gia questo lo rende privi di qualunque valore