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Ospedale Vibo Valentia, 17 dipendenti indagati per truffa e sospesi

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 25.04.2014

Sospesi dal servizio per due mesi e denunciati. Ben 17 persone che lavoravano presso il presidio ospedaliero di Pizzo Calabro (Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia) sono state anche denunciate con l’accusa, a vario titolo, di truffa pluriaggravata ai danni dello Stato. 

Ospedale

Le motivazioni dell’allontanamento sono che i 17 si allontanavano arbitrariamente dal luogo di lavoro oppure addirittura non si presentavano e consegnavano il badge a loro colleghi per far “timbrare il cartellino”. Tra i denunciati figurano dirigenti sanitari, assistenti amministrativi e infermieri in servizio.

E’ stato il gip del Tribunale di Vibo Valentia Fabio Regolo ad emettere i provvedimenti cautelari dopo una complessa attività d’indagine coordinata dal sostituto procuratore Vittorio Gallucci.

Sono stati dei video presi dai carabinieri  grazie a numerosi appostamenti nella sede del Centro servizi sanitari e socio sanitari del presidio ospedaliero, con le indagini che vanno avanti dal giugno 2012 dopo le segnalazioni di privati cittadini che denunciavano il malaffare.

I carabinieri hanno documentato come i dipendenti si allontanavano dal luogo di lavoro per finalità estranee alle attività d’ufficio, mentre i pazienti si trovavano costretti ad aspettare in una struttura sanitaria semideserta.

I carabinieri hanno poi anche accertato un evento di violazione della struttura pubblica da parte di un pregiudicato di Pizzo Calabro, che entrando di notte il 9 settembre del 2012 addirittura sdradicò dal muro la macchina “marca tempo”.

La truffa è costata alle casse dello stato  decine di migliaia di euro, a causa delle ore di lavoro retribuite ma mai prestate.

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  • Paolo de Filippo scrive:

    Purtroppo e’ vero

  • cronomail rossi scrive:

    E sarebbe anche ora…al loro posto potrebbero esserci persone che hanno bisogno e soprattutto voglia di lavorare, peccato che queste inchieste siano troppo sporadiche..se fossero sistematiche, in Calabria ci sarebbe da denunciare il 90% dei dipendenti delle aziende pubbliche e/o a partecipazione pubblica, anche perchè i cosiddetti posti “sicuri” in Calabria vengono assegnati da un unico centro per l’impiego che adotta sempre gli stessi metodi, raccomandazioni politiche, ndrangheta, monopolio interno degli stessi dipendenti delle aziende ( passaggio padre-figlio, parenti ecc.). Chi pensa che la Calabria abbia un futuro è un illuso…da Calabrese vi dico che il vero problema della Calabria sono i Calabresi.