Nella mattinata di giovedì 7 novembre 2013, molto presto, le Guardie del Parco hanno messo a segno un’operazione antibracconaggio di rilevante importanza e di grande rilievo istituzionale, mai effettuata nella storia centenaria del Parco.
Infatti, sulla base di un decreto di perquisizione locale e sequestro della Procura della Repubblica di Sulmona, due distinti nuclei di Guardie hanno effettuato, contemporaneamente, altrettante perquisizioni di immobili nei due Comuni laziali di Esperia e Itri. Si tratta di due località molto lontane e, quindi, ben oltre i confini dell’Area Protetta e della sua Zona di Protezione Esterna.
Le perquisizioni hanno portato al sequestro di:
•due crani di cervo completi di palchi;
•un cranio di capriolo completo di palco;
•n. 2 cartucce calibro 12;
•diversi pezzi di carne contenuti in vari sacchi di plastica.
I soggetti sottoposti alle perquisizioni (zio e nipote, omonimi, residente uno a Itri e l’altro a Esperia) erano già stati denunciati per esercizio abusivo di pascolo nelle località “Lago Vivo” e “Valle Cupella” di Barrea, non lontane dal territorio laziale e molisano del Parco.
Sulla scorta dei sospetti del Servizio di Sorveglianza dell’Ente, le Guardie del Parco hanno messo in atto una serie di attività investigative, sulla scorta delle quali è stato accertato che i due facevano attività di bracconaggio ai danni della fauna protetta nel cuore del Parco. Non si esclude che dietro tali attività delittuose si nasconda un illegale e remunerativo commercio di carne e di crani di animali di specie protetta. Questa operazione fa seguito, peraltro, ad altre brillanti azioni, con perquisizioni, nei mesi passati a seguito delle quali sono stati individuati altri bracconieri, sempre in zona di Barrea e nella Valle del Giovenco, regolarmente denunciati alla Autorità Giudiziaria.