Gaianews

Greenpeace chiede la liberazione dei 28 attivisti in carcere in Russia

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 27.09.2013

Greenpeace ha reso pubbliche le foto degli attivisti che hanno protestato contro le trivellazioni in Artico della Company Gazprom.
Mostrando la foto degli attivitsti Greenpeace condanna la decisione della corte russa. “Gli attivisti”, ha detto Greenpeace nel comunicato, “non si lasceranno intimidire e i loro avvocati si appelleranno per un loro immediato rilascio.”

Ana Paula Alminhana Maciel   At The Leninsky District Court Of Murmansk

Gli attivisti, 28 con un fotografo freelance, sono stati arrestati ieri e portati nella sede della corte di Murmansk, dove sono rimasti in prigione alla presenza di interpreti inadeguati. Per 22 di loro sono attesi 2 mesi di custodia cautelare mentre 8 usciranno in 3 giorni.

Paul Ruzycki At The Leninsky District Court Of Murmansk

Il Direttore Esecutivo di Greenpeace International Kumi Naidoo ha dichiarato:

“Queste detenzioni sono come l’industria petrolifere russa: una reliquia del passato. I nostri pacifici attivisti oggi si trovano in prigione per aver acceso i riflettori sui pericolosi piani di Gazprom. L’Artico si sta sciogliendo davanti ai nostri occhi e questi coraggiosi attivisti si ribellano contro coloro che vogliono trivellare. Io sono qui ad esprimere la mia solidarietà ai 30 attivisti insieme a milioni di persone. Le loro azioni sono giustificate dalla spregevole incapacità dei governi del mondo di proteggere i loro popoli dale minacce del cambiamento climatico. Noi non ci lasceremo intimidire e ci appelleremo contro queste detenzioni, e insieme vinceremo”. 

Tra gli attivisti in custodia anche l’italiano Cristian D’Alessandro (32 anni).
http://www.greenpeace.org/international/en/news/Blogs/makingwaves/arctic-30-to-be-held-in-russian-jail-pending-/blog/46788/

Roman Dolgov At The Leninsky District Court Of Murmansk

Ora la protesta si sta organizzando in molte parti del mondo e 500mila persone hanno già firmato contro questi arresti

Greenpeace insiste sul fatto che il possibile reato di pirateria è ingiustificato e che le autorità russe hanno abbordato l’Arctic Sunrise illegalmente in acque internazionali. Molti esperti di diritto internazionale condividono questa linea.

© RIPRODUZIONE RISERVATA