Un team di ricerca italiano guidato da Andrea Savarino ha pubblicato una ricerca che punta ad addestrare il sistema immunitario contro il virus dell’HIV. In questo modo sarebbe possibile evitare di assumere i farmaci antiretrovirali per tutta la vita. La ricerca ha avuto ottimi risultati su modelli animali, ma rischia di fermarsi a causa di mancanza di finanziamaenti.
Lo studio consiste nel cercare una cura che vada presa solo per un periodo: infatti gli antiretrovirali, che sono i medicinali che consentono a coloro con HIV di tenere sotto controllo il virus, devono essere assunti tutti i giorni e per tutta la vita.
La sperimentazione è avvenuta sui macachi che hanno ricevuto il trattamento per 6 mesi. Da 9 mesi il trattamento è stato sospeso e i macachi sembrano rispondere bene il che è un ottimo segnale perchè un mese dei macachi corrisponde ad anni della vita di un essere umano.
La ricerca non è affatto terminata: il passaggio dalla cura sugli animali a quella sugli umani non sarà semplice perchè pur essendo i macachi molto simili a noi, l’effetto del rimedio potrebbe essere molto diverso.
Per ora la ricerca dovrebbe proseguire, ma è senza finanziatori e la sperimentazione sugli uomini, se si trovassero i finanziamenti, potrebbe cominciare già nel 2013.
“Ci sono due tipi di reservoir: il primo è un punto dell’organismo che i farmaci non riescono a raggiungere bene e dove il virus continua a moltiplicarsi. Il secondo tipo è invece composto da cellule dove si trova il genoma del virus in uno stato che si può definire ‘quasi addormentato’ – ha spiegato Savarino a Repubblica.it – . Ma si può risvegliare e per questo bisogna continuare a prendere farmaci”.
“Per agire nel primo reservoir siamo riusciti a intensificare la terapia con 5 farmaci e così ci siamo accorti che si inibiva la replicazione del virus. Nel secondo caso abbiamo usato il maraviroc, che limita la proliferazione dei compartimenti cellulari in cui risiede il virus “nascosto”, e il composto a base di sali di oro auranofin – aggiunge Savarino – . E’ inoltre importante rilevare, precisa l’esperto, “che tutti i farmaci utilizzati sono già approvati per uso clinico sugli esseri umani, il che facilita il passaggio della sperimentazione dal modello animale ai trial clinici”.