Dopo le proteste di associazioni ambientaliste (Legambiente e WWF), animalisti e molti cittadini contro la proposta di dare un incentivo in natura ai cacciatori per ridurre in numero di ghiandaie nei meleti della Valle d’Aosta, il presidente della Cofruits Attilio Fassin risponde con una lettera aperta pubblicata dalla Stampa alle critiche, sottolineando che la specie non è a rischio e che invece sono a rischio molti posti di lavoro.
Insomma, uno scontro tra chi vuole proteggere questo uccello, che si nutre di frutta tra le altre cose e quindi rappresenta un vero pericolo per i raccolti di mele, e chi deve proteggere il lavoro e i raccolti. Tanto che era arrivato ad offrire mele gratis ai cacciatori che avrebbero ucciso i voraci uccelli.
“Nella consapevolezza – scrive Fassin nella lettera – di dover affrontare una situazione molto difficile, sollecitiamo il vostro sostegno nella ricerca di soluzioni intelligenti ed efficaci, nel rigoroso rispetto della Natura e degli interessi dei frutticoltori.”
Scartati i metodi proposti da molti, come le reti (difficilmente installabili in aree di montagna e pericolose per gli altri volatili) o i dissuasori sonori, che dopo un po’ non sortiscono più alcun effetto.
Infine Fassin ricorda che esiste una procedura che protegge l’agricoltura da animali infestanti, sancita dall’Istituto nazionale fauna selvatica di Bologna e “riconosciuta dalla Regione autonoma Valle d’Aosta con tanto di decreto”.
Il problema dell’aumento sconsiderato di alcune specie animali ha a che fare con la mancanza di predatori naturali, spesso uccisi dall’uomo (nel caso della ghiandaia, i predatori naturali, poiane e astori, fanno fatica a vivere indisturbati all’esterno dei parchi nazionali).
Se non dovessero trovarsi soluzioni, fa capire Fassin, occorrerà quindi ricorrere alla selezione artificiale (eseguita con tutti i crismi e sotto la supervisione del Corpo Forestale dello Stato), con buona pace degli animalisti.