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L’Opel Ampera promette spostamenti a zero emissioni per la maggior parte dell’utilizzo

Scritto da Paolo Ferrante il 12.11.2010

Un articolo su un’automobile per gaianews.it, chi l’avrebbe mai detto. E invece sì, chi ha 42.900 euro iva inclusa da investire in un veicolo finalmente elettrico a tutti gli effetti, può guardare all’Opel Ampera come una delle possibili scelte in arrivo nel 2011.

Se la Toyota Prius, infatti, è stato il primo veicolo ibrido a girare per le strade d’Italia e d’Europa in maniera diffusa, la Opel Ampera assomiglia di più ad una macchina elettrica con un generatore d’emergenza attaccato. Infatti, il costruttore precisa che avrà un motore elettrico alimentato con modernissime batterie agli ioni di litio (quelle dei cellulari, per intenderci) che potranno essere ricaricate alla normale presa di casa, cosa impossibile nella Toyota Prius.

Rispetto alla Prius, l’Opel Ampera può quindi funzionare nel tragitto casa-lavoro-casa solo utilizzando il motore elettrico e l’energia conservata nelle batterie, che si ricaricano in sole 3 ore.

Batterie affidabili

Sul sito della General Motors Italia la promessa è di quelle importanti per un automobilista, ossia “la tranquillità di non rimanere mai bloccati a causa di una batteria esaurita. In ogni momento e a qualsiasi velocità Ampera è alimentata da energia elettrica. Per i primi 40 -80 km l’energia viene fornita dall’elettricità accumulata nel gruppo di batterie agli ioni di litio da 16 kWh. Sfruttando l’energia elettrica della batteria, l’Ampera ha emissioni di CO2 pari a zero”. Non male.

Sempre secondo il sito ufficiale, alcuni studi indipendenti dicono che l’80 per cento degli europei percorre meno di 60 chilometri al giorno, probabilmente il tragitto casa-lavoro e ritorno oppure l’uscita fuori porta del fine settimana. Quindi anche se non siamo ancora in grado di costruire un veicolo elettrico che possa portarsi dietro tutta l’energia di cui ha bisogno per 400-500 chilometri, possiamo mettere un generatore elettrico che può ricaricare le batterie ed estendere l’autonomia in caso di necessità. E qui la statistica gioca un ruolo determinante.

Infatti, come avvenne per i computer molti anni fa, non è importante rendere veloce tutta la memoria a disposizione, ma solo quella per le operazioni più frequenti, che sono poche. In altre parole, si sfrutta ancora una volta la natura abitudinaria dell’uomo per cercare di ridurre le emissioni nocive. Un altro fatto molto positivo è che si ridurranno le emissioni proprio dove serve, cioè in città.

Case automobilistiche e ambiente

Ma le case automobilistiche sono diventate ecologiste? Non di più di prima. Piuttosto, devono adattarsi alle richieste dell’Unione Europea, che fissa dei parametri molto severi per le auto euro 5, che entreranno in vigore a gennaio del 2011. Ma l’incubo delle case costruttrici è l’alba del 1 gennaio 2014, quando entreranno in vigore gli ancor più severi parametri della successiva omologazione euro 6.

L’Unione europea con le sue richieste sta rendendo la vita molto difficile ai costruttori, che devono investire sempre maggiori risorse nello sviluppo di soluzioni che puliscano le emissioni dei motori a combustione interna. Tanto vale passare ai veicoli elettrici, ha iniziato a pensare qualcuno.

Le critiche

Non mancano le critiche. Secondo molti il prezzo di listino è troppo alto, molto più alto della Toyota Prius (nuovo modello 2011) che permetterà anch’essa di ricaricare le batterie. E comunque nel 2011 altre vetture elettriche sono in arrivo, come la Nissan Leaf, più economica, e la Smart Electric Drive della Mercedes. Staremo a vedere, sempre con un occhio all’ambiente.

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