Reading, Inghilterra – Il cambiamento climatico derivante dall’azione dell’uomo renderà più turbolenti i viaggi in aereo. Chi non ama volare, ma non solo, si troverà a dover fare i conti con turbolenze sempre più forti e sempre più frequenti, in un crescendo che condurrà al 2050. Le turbolenze sono causate, in parte, dalla stessa movimentazione aerea: ecco che la natura si prende la rivincita sull’uomo. Lo hanno scritto qualche mese fa i ricercatori dell’Università di Reading sulla rivista Nature.
Chi ha paura di volare potrebbe non essere rassicurato. Come riporta la rivista Nature, la turbolenza atmosferica è una delle cause della maggior parte degli incidenti aerei dovuti al clima. Le linee aeree commerciali incontrano lungo i loro percorsi intorno al globo turbolenze di moderate o grande portata e intensità decine di migliaia di volte ogni anno, turbolenze che causano disagi a centinaia di passeggeri o danni, occasionalmente anche fatali.
Le turbolenze sono responsabili anche di esborsi di decine di milioni di dollari e provocano danni strutturali notevoli ai velivoli. La turbolenza in aria chiara è, in particolare, uno tra i tanti nemici contro i quali si trovano a combattere gli equipaggi. E’ un’espressione tecnica del gergo aeronautico che indica quelle masse d’aria in movimento che non sono associate alla presenza di fenomeni visibili come le nuvole. Quindi, questo tipo di turbolenza, è anche molto difficile da evitare, perché non può essere vista dai piloti, dai satelliti o dai radar di bordo. La turbolenza in aria chiara è connessa e in genere associata alle correnti a getto, cioè a quei veri e propri fiumi di aria in movimento che solcano le alte quote dell’atmosfera, correnti che stanno diventando sempre più forti, a causa del cambiamento climatico originato dall’uomo.
Inquinamento, danni all’ambiente e all’atmosfera stanno preparando il conto. La rivista Nature ha riportato infatti lo studio dell’Università britannica di Reading, per il quale sono state eseguite simulazioni di modelli climatici, e si è visto che le turbolenze in aria chiara cambiano significativamente all’interno del corridoio di volo transatlantico, quando la concentrazione di diossido di carbonio nell’atmosfera è doppio rispetto al livello normale. Alle altitudini di volo, entro i 50-75 N e i 10-60°W in inverno, la maggior parte delle registrazioni fatte per turbolenze in aria chiara, segna un aumento del 10-14% per quanto riguarda la forza media della turbolenza e un aumento del 40-70% per quanto riguarda la frequenza della presenza di medie o forti turbolenze.
I risultati hanno portato gli studiosi a rilevare un’incidenza del cambiamento climatico sui voli transatlantici che, entro la metà del secolo, ovvero entro il 2050, diverranno più turbolenti. La movimentazione aerea è lei stessa responsabile in parte dei cambiamenti climatici, anche se questo è il primo studio volto a dimostrare il viceversa. “L’aeronautica è in parte responsabile dei cambiamenti climatici: ironia della sorte, il clima sta per prendersi la sua rivincita creando un’atmosfera più turbolenta per i voli aerei” ha spiegato uno dei ricercatori, Paul Williams, come riporta l’Afp.