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Contraccezione, forse il “pillolo” da un farmaco antitumorale

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 16.08.2012

Da tempo si parla del “pillolo”, il farmaco che dovrebbe interrompere la fertilità maschile invece di quella femminile per prevenire le gravidanze indesiderate. Ma con uno studio pubblicato oggi su Cell potremmo finalmente essere vicini alla soluzione.  Il team è stato guidato da Jay Bradner del Dana-Farber Cancer Institute e da Martin Matzuk del Baylor College of Medicine.

Bradner, che è anche professore di medicina alla Harvard Medical School, ha detto che in realtà questa ricerca è partita per studiare il cancro, e in particolare un gene che sarebbe responsabile della malattia.

La scoperta del gruppo di ricerca consiste nella sintesi di una proteina, “JQ1”, che dovrebbe permettere alle cellule tumorali di “dimenticare” di essere tali. I risultati, finora, sono promettenti. Ma un risvolto che i ricercatori non si aspettavano è stato quello di scoprire che la JQ1 poteva anche inibire la proteina responsabile della produzione testicolare degli spermatozoi.

La proteina JQ1 ha infatti la capacità di attraversare la barriera sangue-testicolo, dove nascono le cellule germinali che sono isolate dal sangueper evitare danni al loro genoma. Normalmente, spiega Bradner, questa è una sfida per lo sviluppo di farmaci che possano raggiungere quell’area, ma nel caso di JQ1, la proteina può viaggiare liberamente attraverso questa barriera.

Negli studi condotti sui topi, l’esposizione prolungata a JQ1 ha causato un calo significativo del volume testicolare. Tre settimane di somministrazione quotidiana di JQ1 riduceva di 4,5 volte la motilità degli spermatozoi delle cavie, e il numero si era anch’esso ridotto al 28 per cento. Dopo 6 settimane, il numero di spermatozoi era solo l’11 per cento rispetto all’inizio della terapia, e solo il 5 per cento era ancora mobile, quindi in grado di fertilizzare la cellula uovo.

L’utilizzo di JQ1 come contraccettivo maschile potrebbe quindi  essere possibile, anche se rimangono alcune questioni da approfondire da parte degli scienziati, come la reversibilità del trattamento.

I vantaggi comunque sono vari. Ad esempio si tratta di un trattamento non-ormonale, quindi JQ1 non ha alcun effetto sui livelli ormonali e quindi sulle prestazioni sessuali.

Dai primi test sembra inoltre che la riduzione degli spermatozoi e della loro capacità di fertilizzare le cellule uovo sarebbe reversibile, almeno nei topi.

Un altro vantaggio è che il farmaco può essere somministrato oralmente.

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