Negli ultimi anni si stanno sempre più diffondendo i fenomeni legati ad una nuova cultura dell’acqua, come il ritorno alle fontanelle comunali, chiamate anche Chioschi dell’Acqua o sorgenti urbane: si è passato infatti da 213 installazioni nel 2010 a 817 dello scorso anno, dislocate su tutto il territorio nazionale.
Uno degli esempi di questa buona prassi è fornito da Hera, gruppo nato dall’unione di undici aziende di servizi pubblici dell’Emilia Romagna, che ha diffuso i dati delle 46 strutture della rete, dislocate nelle province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna, Bologna, Modena e Ferrara, che distribuiscono acqua. Ed i numeri sono davvero impressionanti: dal 2011 ad oggi sono stati erogati ben 20 milioni di litri, con il record registrato lo scorso anno di quasi 13 milioni di litri erogati (mediamente 35 mila litri al giorno) e 27 inaugurazioni. Positive anche le stime per il 2014, che prevedono ulteriori inaugurazioni sul territorio.
In realtà se si analizzano le ricadute di questo fenomeno sull’ambiente i numeri sono ancora più impressionanti perché si immettono nell’ambiente meno rifiuti di plastica e, conseguentemente, sono percorsi sulle strade meno km per provvedere allo smaltimento. Nel 2013, infatti, sono state più di 8 milioni le bottiglie di plastica non immesse nell’ambiente, che, negli ultimi 3 anni, sta a significare 2.200 tonnellate di anidride carbonica e 400 tonnellate in meno di plastica pari a circa 16 mila cassonetti in meno da svuotare. Nella sola Bologna in due anni sono già stati erogati più di 1 milione e 200 mila litri d’acqua, di cui 910 mila liscia e 323 mila gassata con un risparmio in termini di 139 mila tonnellate di C02 e 822 mila bottiglie di plastiche non immesse nell’ambiente.
Che significato assumono questi dati per le famiglie? Un risparmio annuo di oltre 2,3 milioni di euro, l’importo speso se fosse stata acquistata la stessa quantità di acqua minerale.
Ma di che cosa si tratta? Di strutture aperte al pubblico per l’approvvigionamento di acqua, collegata alla rete idrica cittadina, che non subisce trattamenti e che viene raffreddata con un sistema di refrigerazione ed erogata anche frizzante.
Come si diceva in apertura questo fenomeno si sta sempre più diffondendo nello stivale: secondo i dati dell’Associazione Aqua Italia la regione con il numero maggiore di Case dell’Acqua sarebbe la Lombardia che in soli 3 anni è passata da 155 a 382 installazioni, seguita da Emilia Romagna che è passata da 8 a 134, Piemonte da 19 a 126, Toscana da 28 a 60, Veneto da 1 a 44 e Marche da 1 a 13.
I dati presenti sul sito di AD-HOC parlano di 600.000 litri d’acqua erogati, 400.000 bottiglie, equivalenti a 16.000 kg di plastica risparmiati, 46.000 litri di petrolio per produzione e trasporto risparmiati, 50.000 kg di CO2 per produzione e trasporto non immessi in atmosfera, 90.000 € risparmiati per le famiglie rispetto all’acquisto delle bottiglie.
Un altro esempio viene da Acque SpA, il gestore idrico del Basso Valdarno, che con i suoi 37 fontanelli nel solo 2013 ha erogato gratuitamente 26 milioni i litri di acqua e fatto risparmiare 5,7 milioni di euro per il mancato acquisto di una bottiglia di acqua minerale dal costo di 0,22 euro. Senza trascurare i 17,3 milioni di bottiglie di plastica da 1,5 litri in meno immesse nell’ambiente, le 576 tonnellate di plastica in meno, le circa 1152 tonnellate di petrolio, le 23 tonnellate di idrocarburi, le 12 di ossidi di zolfo, le 12 di ossidi di azoto, le 10 di monossido di carbonio e le 1330 di anidride carbonica in meno, dovute alla produzione e al trasporto dell’acqua minerale.