I coccodrilli sono fra i più famosi esempi di “fossili viventi” ancora a piede libero nel mondo: creature antiche e misteriose che sono cambiate poco e niente nel corso delle ere, perché già così perfettamente adattate al loro ambiente da non avere necessità di evolversi in forme più raffinate. Delle oltre venti specie di coccodrilli tutt’ora viventi quella più grande e più tristemente famosa per la frequenza degli attacchi all’uomo è il coccodrillo australiano di acqua salata, noto anche come “coccodrillo marino”, perché in grado si sopravvivere nell’acqua di mare più a lungo degli altri suoi simili. Ma la paleontologia riserva sempre grosse sorprese: l’animale di cui parliamo oggi infatti è uno dei veri coccodrilli marini, il Metriorinco.
Il Mesozoico, l’epoca del mondo in cui i Dinosauri sono stati la forma di vita dominante, è spesso soprannominata anche “l’Era dei Rettili”, questo perché allora tutte le famiglie di rettili, estinte o tutt’ora viventi, hanno raggiunto un grado di diffusione e diversificazione mai visto prima, ed i coccodrilli non fecero eccezione: comparsi circa 200 milioni di anni fa, più o meno in contemporanea ai loro “cugini” dinosauri, originariamente i coccodrilli vantavano una varietà di specie davvero notevole; oltre alle specie anfibie, le più versatili e le uniche in grado di sopravvivere alla grande estinzione K-T, c’erano anche varietà di coccodrilli completamente terrestri, ed altre che si erano adattate a vivere permanentemente in mare, in modo analogo a come hanno fatto i Cetacei milioni di anni dopo.
I coccodrilli marini mesozoici si dividevano in due famiglie: i Teleosauridi, meno specializzati, ed i Metriorinchidi appunto, che si erano evoluti in animali marini a tal punto da vantare un grado di specializzazione pari a quello dei delfini e delle balene. Il Metriorinco era lungo fra i due ed i tre metri, come molte specie di coccodrilli contemporanei, ma a parte questo i punti in comune con le varietà a noi note sono veramente pochi. Il corpo dell’animale era molto affusolato ed idrodinamico, la coda tozza e muscolosa terminava in una pinna verticale, e le zampe palmate erano diventate a loro volta vere e proprie pinne. Quelle posteriori erano notevolmente più lunghe e muscolose di quelle anteriori, a differenza di quanto accadde nei Cetacei e negli Ittiosauri, dove nel corso delle generazioni si atrofizzarono fino a scomparire o quasi, ed è quindi probabile che contribuissero in modo attivo al nuoto. Sembra inoltre che i Metriorinchi avessero una pelle grabra, liscia, anziché corazzata e ricca di punte ossificate (i cosiddetti osteodermi) in modo da essere ancor più idrodinamici. Malgrado come già detto fossero ancora dotati di tutte e quattro le zampe, il grado di specializzazione di questi animali lascia pensare che probabilmente non tornassero sulla terra nemmeno per riprodursi, e che partorissero i piccoli in acqua.
La testa del Metriorinco era relativamente corta e tozza, ma comunque dotata di una dentatura “a pettine” in grado di trattenere pesci e piccoli animali marini, che erano quasi certamente il suo cibo preferito. Vissuto nel Giurassico, circa 150-140 milioni di anni, nel periodo d’oro dei rettili marini, condivideva l’habitat con svariate altre creature acquatiche come gli ittiosauri, ancor più simili ai delfini, i plesiosauri dal lungo collo ed i giganteschi pliosauri predatori, di cui probabilmente era occasionalmente vittima. Come tutte le varietà di animali sopraelencati il suo habitat preferenziale erano i mari caldi e poco profondi che coprivano l’Europa ed alcune parti delle americhe, e si estinse probabilmente a causa della scomparsa di questi ultimi in seguito alla deriva dei continenti ed alle variazioni del livello del mare.