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Escherichia Coli

Scritto da Maria Rosa Pantè il 06.06.2011

Per lottare contro l’astratto, bisogna un po’ somigliargli (Camus “La peste”)

 

… ecco forse è già dentro di me e si muove.

Raggiungerà prima lo stomaco poi l’intestino.

Forse si annida nel sangue e da lì invaderà tutte le cellule del mio corpo.

Mi guardo le mani, allo specchio guardo i miei occhi fin dentro dentro per vedere qualche segno. Una piccola testa disgustosa che mi faccia un cenno: sono qui, dentro di te.

Almeno sarei sicuro.

Invece niente.

Sta circolando dentro di me e io non lo so, lo sospetto, lo temo, ma non ne sono certo.

Sento spasmi al basso ventre, allora è lui. Non dovevo guardare negli occhi.

Si annida altrove.

Lo spasmo cessa. Dunque ancora non m’assale.

Però questo mal di testa? Allora davvero parte dal cervello.

Ma come è entrato in me: dal respiro, la parola, un cibo, un suono, un odore?

Farnetico, lo so, ma sento come un solletico nella gola, è lui che si muove cauto perlustrandomi per vedere cosa colpire con più danno e rovina, per me. Per lui vittoria e conquista.

Non poterlo affrontare a viso aperto.

Non poterlo sentire, vedere, percepire.

Non poterlo UCCIDERE.

 

Per lottare contro l’astratto, bisogna un po’ somigliargli, scrive Camus. Un batterio è astratto, ma io quanto gli somiglio? La peste non finisce mai…

 

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  • laura scrive:

    la somiglianza sta nella sopravvivenza o forse nemmeno, nella vita stessa , nell’energia che tu e l’escherichia coli dissipate, con lo stesso intento.