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L’alba del pensiero, puntata 51. La fenomenologia

Scritto da Alba Fecchio il 23.09.2011

Alba del pensiero - rubrica settimanale di filosofia e naturaDobbiamo oggi introdurre una scuola di pensiero che nasce nei primi anni del Novecento ma che sarà di larga influenza per tutto il secolo. Sto parlando della Fenomenologia. Tale indirizzo si può dire abbia un padre fondatore: Edmund Husserl, il quale in giovane età studiò matematica e logica con Brentano e Weierstrass.

A dire il vero il termine Fenomenologia, derivante dal greco Fenomenon e Logos, ossia studio dei fenomeni\ delle apparenze- non nasce con Husserl, ma fa la sua prima comparsa con Kant.
Egli utilizzava tale termine per designare lo studio delle presenze illusoria, quelle presenza cioè che sono fonte di errore per i nostri sensi.

Hegel lo utilizzerà con un’accezione ancora diversa: la fenomenologia sarà lo studio dei fenomena, lo studio cioè di quello che possiamo cogliere attraverso i sensi, studio che deve essere il punto più alto ed essenziale della filosofia.

Parlando però di fenomenologia nel 900 si fa riferimento alla filosofia di Husserl. Il nostro filosofo usa il concetto di fenomenologia come approccio alla filosofia stessa. La filosofia deve prediligere non più lo studio ontologico ( Husserl è convinto che ci sia poco da dire su questo versante e non sia possibile utilizzare un metodo rigoroso per comprendere la veridicità o la falsità della affermazioni) bensì l’analisi gnoseologica ossia la modalità della conoscenza dei fenomeni terreni che l’uomo ha attraverso i propri sensi.

Già nel 1910 Husserl scrive la sua prima opera di rilevanza filosofica “la filosofia come scienza rigorosa” in cui progetta una rifondazione filosofica basata sulle scienze logico-matematiche. Sembra che qui Husserl abbia una fascinazione per quelli che sono i movimenti di tipo positivistico presenti in tutta Europa in quel periodo, ma fu anche un opera programmatica per lo studio sui fenomeni che iniziò proprio in quel periodo
Tra il 1901 e il 1916 le sue ricerche filosofiche ebbero una svolta, stimolate anche dall’insegnamento a Gottinga prima come professore straordinario, poi come ordinario. La scoperta essenziale di questo periodo è la distinzione cui Husserl arriva a fare tra atto mentale e fenomeno cui questo atto mentale è rivolto. La ricerca di Husserl riguarda l’essenza delle cose del mondo. Tale conoscenza può arrivare soltanto attraverso uno studio rigoroso dei fenomeni che ci circondano, quindi cioè attraverso un attento studio dei sensi e delle nostre percezioni riguardo le cose del mondo.

Husserl giunge però ad una conclusione, ossia che tale studio, seppur infinito, non ci porterà mai a cogliere l’ontologia che sta dietro ad ogni singola percezione fenomenica del mondo. Cosa fare? Husserl opta per quella che viene chiamata Epoché, ovvero la sospensione del giudizio.

Cerco di spiegarmi meglio: attraverso i miei sensi riesco a cogliere che una roccia sia più pesante di una mela. Posso studiare tutte le caratteristiche dei due elementi, misurarle matematicamente, dimostrare che quello che io percepisco lo percepisca anche il mio vicino di casa. Tutto questo è possibile e misurabile, ossia è conoscibile. Il perché quella roccia sia più pesante della mela, perché per natura- ontologicamente appunto- la mela sia stata creata più leggera non posso dirlo, non posso metterlo in questione. Ecco l’Epoché. Mi accontento di dire che le cose stanno così, studio i fenomeni fino in fondo, ma non miro a coglierne l’ontologia in quanto tale perché non mi è possibile, attraverso i sensi di cui sono dotato, farlo.

Husserl ebbe un allievo d’eccellenza, Martin Heidegger che impareremo a conoscere fra qualche settimana. I rapporti fra i due si interruppero bruscamente con la salita al potere del nazismo.

Husserl era di discendenza ebraica e fu costretto ad abbandonare l’insegnamento, e fu mandato in “vacanza” permanete a partire dal 1933, riperese poi per qualche mese l’insegnamento. Heidegger comunque non lo difese e i due si lasciarono amaramente.
La settimana prossima continueremo a parlare di Fenomenologia soffermandoci su una filosofa poco nota, Edith Stein.

Il film che vi consiglio questa settimana è American History X di Tony Kaye.

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