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Caccia nel Parco delle Gravine pugliesi, protestano assessore Pd e ambientalisti

Scritto da Federica di Leonardo il 04.01.2011

La caccia e la conservazione della natura sono inconciliabili, perlomeno in Puglia.

Il consiglio regionale della Puglia ha votato per la riapertura della caccia nel Parco regionale delle Gravine joniche consentendo in questo modo un deliberato assalto alla conservazione di uno degli ecosistemi più delicati della regione.

Un blitz riuscito proprio pochi giorni dopo il fallimento di un simile blitz al consiglio regionale del Lazio. Due regioni gestite da schieramenti opposti, ma unite, a quanto pare, nella schizofrenia politico-amministrativa. Non si capisce infatti come si possa pensare che l’assenza di tutela urbanistica (come stava succedendo nel Lazio) o di divieto di caccia (come è successo in Puglia) possa favorire la tutela dell’ambiente.

Le aree naturali protette e la caccia sono inconciliabili. Se ci sono emergenze faunistiche, come nel caso del cinghiale, su questo si può e si deve intervenire, ma è cosa ben diversa dall’apertura della caccia a peppole e fringuelli, merli e capinere: una autentica vergogna, destinata a durare il tempo di un ricorso.

L’allarme era stato lanciato dall’assessore regionale all’assetto del territorio, Angela Barbanente, che dalle colonne della Gazzetta del Mezzogiorno ricorda come l’intera giunta regionale si sia negativamente espressa rispetto a questa decisione. Sull’argomento si è espresso anche il capogruppo di Sinistra e Libertà Michele Losappio, che sottolinea come l’emendamento proposto dal presidente della commissione ambiente Donato Pentassuglia (Pd) e sostenuto da parte della maggioranza e da tutta l’opposizione di centrodestra, sia incostituzionale e che lo stesso assessore per riequilibrare gli assetti politici e gli interessi in campo proporrà una legge in contrasto all’emendamento approvato.

Intanto le associazioni ambientaliste protestano contro il provvedimento, considerandolo un regalo ai cacciatori,  da parte di un consigliere regionale a caccia di voti, e chiedendo la revoca allo stesso Pentassuglia dalla guida della presidenza della commissione. Pur apprezzando la presa di distanza dell’assessore Barbanente, le associazioni chiedono all’assemblea regionale e al presidente Vendola di chiarire la propria posizione in merito.

Peccato che la politica non trovi modo migliore di festeggiare la conclusione dell’anno internazionale della biodiversità.

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  • vito scrive:

    I cacciatori non volevano andare a caccia nel parco.Loro hanno sempre chiesto di rimpicciolirlo,tenendo conto delle loro esigenze e sopratutto di quelle degli agricoltori e degli allevatori.Se questo fosse accaduto oggi saremmo tutti un pò più contenti.MA VOI AMBIENTALISTI VE NE SIETE FREGATI ALTAMENTE DI TUTTO E DI TUTTI.Questo perchè dietro l’ampliamento del parco c’erano da incassare un pò di soldini.Adesso vi inventate che dobbiamo andare nel parco per sparare peppole,fringuelli e capinere,come mai non avete aggiunto anche le gazze? Forse sarebbe il caso che vi adoperiate per qualcosa di veramente serio.