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I direttori delle aree protette interrogano i leader politici: quale futuro per i Parchi italiani?

L’Associazione italiana dei direttori di aree protette invia un questionario ai 6 candidati alla Presidenza del Consiglio

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 14.02.2013

I direttori delle aree protette attraverso la loro associazione, AIDAP, hanno presentato 10 domande ai candidati premier sulla politica delle aree protette in Italia.

Secondo i direttori c’è bisogno di più attenzione da parte dei politica alle questioni che riguardano la conservazione nei parchi italiani. I Parchi hanno infatti ricevuto ingenti tagli dalla spending review ed è ora necessario capire quali saranno gli orientamenti gestionali dopo le prossime elezioni.  Fra l’altro sarebbe necessario accertare quale posto occuperà la conservazione dell’ambiente nella scala di valori dei politici che si troveranno a governare l’Italia nella prossima primavera.

Parchi

 

Ecco i dieci quesiti che AIDAP rivolge ai candidati premier.

 1) E’ disposto a promuovere l’istituzione di  una Commissione paritetica in seno al Ministero dell’Ambiente, che comprenda anche una rappresentanza dei Direttori delle aree protette italiane   per la revisione ragionata della Legge Quadro sulle Aree Protette (L.394/91)?

2) E’ disposto, entro 12 mesi dall’insediamento del nuovo Governo, a garantire la realizzazione la 3^ Conferenza Nazionale sulle Aree Protette all’interno della quale garantire la rappresentanza paritetica tanto di chi i Parchi li gestisce  (direttori e funzionari) come di chi li amministra  (organismi direttivi)?

3) E’ disposto a garantire il rispetto  della Legge Quadro  sulle Aree Protette  (L. 394/91) per quanto riguarda le nomine dei Presidente degli Enti Parco Nazionali  e a fornire indirizzi normativi coerenti e stringenti alle Regioni per quanto riguarda la nomina di quelli di loro competenza?

4) E’ disposto a garantire il trasferimento ai Parchi Nazionali delle Riserve Naturali dello Stato e delle proprietà Regionali impedendo così il perpetuarsi di una situazione di ibrido normativo e incertezza giuridica su competenze e autorità territoriali preposte alla gestione unitaria dei Parchi Nazionali?

5) E’ disposto a garantire l’autonomia dei Direttori degli Enti Parco (in particolare  di quelli dei Parchi Nazionali che hanno una specifica procedura di nomina) mantenendone l’indipendenza  e quindi il loro ruolo di garanti dell’imparzialità rispetto agli  interessi tutelati?

6) E’ disposto a garantire che il Ministero dell’Ambiente si impegnerà ad aggiornare, come prevede la normativa, ogni 24 mesi e  con procedura di evidenza  pubblica l’Elenco Nazionale degli Idonei alla professione di direttore di parco e comunque a garantirne idoneità, capacità e competenza professionale?

7) E’ disposto a garantire  l’aggiornamento in un tempo ragionevole dei Piani Triennali per le Aree Protette?

8) E’ disposto a garantire la partecipazione o almeno la consultazione di ciascun Parco Nazionale  nell’ambito della  procedura di definizione delle dotazioni organiche ottimali degli stessi, quasi tutti Enti di recente istituzione le dotazioni dei quali, nonostante fossero in gran parte incomplete, pure sono state acriticamente sottoposte  all’applicazione del D.Lgs 95/2012 c.d “spending review” che ne ha drammaticamente tarate le possibilità di perseguire la missione istituzionale?

9) E’ disposto a promuovere il riordino delle competenze ambientali prevedendo l’accentramento sui Parchi delle competenze sul paesaggio, la gestione forestale e la gestione dei Siti Natura 2000?

10) E’ disposto a riconoscere alle Aree Marine Protette Italiane il ruolo fondamentale di tutela e gestione integrata della costa delegando agli enti gestori la gestione in toto delle concessioni demaniali marittime in esse ricadenti ed i relativi introiti?

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