Il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha dichiarato in un’ intervista a Panorama che i parchi italiani “sono gestiti oggi come monumenti e senza soldi”, e la soluzione dei loro problemi sarebbe farli gestire da cooperative “di giovani di under 35, ovviamente nel rispetto delle competenze degli Enti parco”.
Prontamente è arrivata la risposta del presidente del WWF Stefano Leoni che ha così dichiarato: “Le dichiarazioni sui parchi dal Ministro Clini suscitano preoccupazione e sollevano dubbi circa l’effettiva conoscenza di una realtà sicuramente complessa come quella del mondo dei parchi.
“Invitiamo il ministro a non prendere in considerazione false soluzioni rispetto a problemi reali, ma di affrontare seriamente il problema su come il Ministero dell’ambiente intende attrezzarsi per assicurare la salvaguardia del patrimonio naturale italiano” – aggiunge Stefano Leoni- “Il drastico taglio dei finanziamenti che ha ingessato i parchi nazionali non si risolve andando a cercare persone sotto i 35 anni di età, ma restituendo ai parchi la loro funzione originaria e rilanciandoli per affrontare le grandi sfide ambientali, quali il contrasto dei cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità”.
I parchi sono enti parastatali con poteri pubblici come il rilascio di autorizzazioni, le attività di sorveglianza e di contestazione delle infrazioni e i parchi negli ultimi venti anni hannogià affidato la gestione di molti servizi a Cooperative che sopravvivono con grandi difficoltà a causa dei tagli ai bilanci degli Enti gestori delle aree naturali protette nazionali ed è irrealistico immaginare, secondo il WWF, l’affidamento di funzioni istituzionali proprie degli Enti Parco a soggetti privati.
Il WWF ricorda come lo scorso autunno il parco nazionale delle Cinque Terre è stato stravolto da una “bomba d’acqua”, quale conseguenza della temperatura del Mar Tirreno più alta rispetto alla media stagionale. Così come in molte altre realtà si sta da anni registrando un cambiamento dei tempi della fioritura, delle nidificazioni, delle riproduzioni e delle disponibilità della risorsa acqua. Il compito del Ministero dell’ambiente è, dunque, quello di contrastare questi fenomeni e i parchi dovrebbero essere governati da chi sa come affrontare certe sfide. Anche se dovesse avere 36 anni di età.
Nei prossimi anni, a causa dei tagli ai finanziamenti e al personale, si riuscirà a garantire solo l’ordinaria amministrazione delle 25 aree protette terrestri nazionali e per le aree protette marine la situazione e’ ancora più critica, ed è difficile immaginare pertanto altre attività economiche legate direttamente alla gestione dei parchi, oltre alla gestione dei servizi turistici ed educativi, che possano offrire concrete opportunità occupazionali per i giovani senza tornare ad investire risorse pubbliche nella gestione e valorizzazione del patrimonio naturale custodito dai parchi.
Mi chiedo da tempo cosa ci faccia un medico a capo del Ministero dell’Ambiente.