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Conservazione e gestione della fauna selvatica: l’importanza di comunicarsi le buone pratiche

Scritto da Nino Martino il 27.11.2011

Tra pochi giorni è l’anniversario della legge 394/91. Quel mitico 6 dicembre di una fine legislatura difficilissima (c’era la stagione di tangentopoli), ma che portò il Parlamento ad approvare, finalmente, una legge sui parchi anche in Italia. Una legge buona, complessa, in gran parte anche inattuata ancora oggi, che però ha dato frutti altissimi.

Siamo passati dal circa 3 al quasi 12% di territorio nazionale protetto e se si considerano i SIC (siti di importanza comunitaria per la Direttiva Habitat) e le ZPS (zone di protezione speciale per la Direttiva Uccelli) siamo al 20% (il 50% circa dei SIC e ZPS è già inserito in aree naturali protette).

In questi giorni ci sono diversi appuntamenti di riflessione, ovviamente. Illuminati anche dalla speranza che il nuovo ministro dell’ambiente, Corrado Clini, sappia e voglia dare nuove speranze alla conservazione attiva della natura e del paesaggio, della biodiversità e delle tradizioni del nostro bellissimo e martoriato Paese.

Ha iniziato AIGAE con il suo convegno a Carpegna, discutendo di turismo sostenibile e responsabile, uno dei motori più importanti per la fruizione e la salvaguardia delle aree protette in tutto il mondo.

Poi a Roma il convegno di associazione394, in collaborazione con AIDAP e AIGAP, sulla gestione della fauna selvatica. Il convegno è stato molto intenso ed interessante, anche se la partecipazione è stata resa più scarsa per la coincidenza con altri eventi del sistema regionale dei parchi del Lazio.

Ma al Parco dell’Appia Antica il parterre era importante: tra i partecipanti il presidente di Federparchi, il vice presidente del WWF-Italia, il responsabile aree protette di Legambiente (che proprio in questi giorni va a congresso nazionale a Bari).

Gli interventi sono stati molto qualificati e ricchi di esperienze concrete, proprio quello che manca al sistema nazionale delle aree protette: la trasmissione del sapere, delle conoscenze, delle esperienze. Anche chi scrive, che ormai da tantissimi anni opera per costruire parchi e buone pratiche, ha avuto modo di apprendere moltissimo sulla gestione faunistica nelle aree protette. Chissà quando riusciremo finalmente ad avere una “scuola” nazionale che si occupi proprio di trasmettere queste conoscenze ed esperienze.

Non sono mancati i momenti di acuto confronto, perché la gestione della fauna selvatica non è materia indolore. Perché ci sono sensibilità etiche ed umane da rispettare, ci sono opportunità da valutare, ci sono complesse leggi non dialoganti tra loro da applicare.

Il tutto con il pensiero alle proposte di modifica della 394/91, con le precisazioni proposte sul divieto assoluto di attività venatorie nei parchi (c’è chi dice, ad esempio in Lombardia, che nei parchi regionali si possa cacciare!), ma anche con le tentazioni della politica di aprire sempre troppo al mondo venatorio, come se fosse possibile conciliare caccia nei parchi e conservazione della natura.

Mi tocca, come sempre, fare l’americano! Ma conoscere cosa fanno nella patria dei parchi è sempre utile. Negli USA il rapporto tra finanziamento pubblico ed entrate da privati (soprattutto biglietti di ingresso e servizi dei parchi) è di 1:1.

Significa che per ogni $ che il governo USA invia al National Park Service, questi ne guadagna un altro.

Noi siamo lontanissimi da una simile performance. I politici ne parlano, ma pare non conoscano davvero le esperienze concrete. Perché quello che la gente chiede è silenzio, natura selvaggia, immensità, incontro con la fauna selvatica. Io non credo che pagherei per vagare per un parco dove scorazzano cacciatori armati e cani inferociti. Questo occorre tenerlo bene a mente, anche nel caso complesso e da affrontare seriamente dei cinghiali.

Parlarne fa bene, soprattutto ai decisori. Perché il più grande regalo che si possa fare ai parchi è di studiarne le esperienze, le conquiste ed i limiti.

Su questo fronte la riflessione continua. Il 6 dicembre a Roma appuntamento “celebrativo” di qualità organizzato da Federparchi.

Nino Martino

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