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AIDS in Italia: diagnosi tardive, manca corretta informazione

4mila le diagnosi di HIV ogni anno, ma sono tardive, pregiudicando così l'efficacia della terapia antiretrovirale

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 26.05.2014

Inizia oggi il VI Congresso Nazionale ICAR (Italian Conference on AIDS and Retrovirus), promosso da SIMIT (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali). Il congresso  durerà fino a martedì prossimo. Domenica in Piazza di Spagna disponibili test gratuiti  e informazioni corrette sulla prevenzione.

In Italia sono 4mila le nuove diagnosi ogni anno. Si tratta di nuovi malati diagnosticati soprattutto in Lombardia, Lazio e Emilia Romagna. Il grave problema è che le diagnosi sono sempre più tardive, in media 38 anni per i maschi e 36 anni per le femmine, con una recrudescenza di contagi fra i giovani omosessuali. Dati che fanno emergere quanto sia necessaria una maggiore consapevolezza fra gli Italiani. Una stima parla di 150mila sieropositivi in Italia.

HIV

Crediti: Klaus Schulten/Juan Perilla

“La sensazione di noi specialisti è che le denunce di infezione possano essere sottostimate rispetto ai casi effettivi – aggiunge il Prof. Perno, Professore Ordinario di Virologia Università di Roma Tor Vergata e Direttore Scuola di Specializzazione in Microbiologia e Virologia – Al di là dei numeri, ciò che ci colpisce sono le nuove popolazioni: aumentano le infezioni per i giovani omosessuali, che pensavamo protetti dalle campagne d’informazione. Inoltre l’Italia è tra i fanalini di coda in Europa come tempo della diagnosi: è troppo tardiva, in fase avanzata, e questo significa minori chance di tornare alla normalità  anche con una terapia antivirale efficace, nonché maggiori chance di contagio di altre persone nel lungo periodo che intercorre tra l’infezione e la diagnosi (tardiva). La colpa è, purtroppo, semplice: la totale assenza della percezione della malattia e la completa incoscienza di fronte alla gravità della stessa”.

Ma non sono solo questi i problemi legati alla gestione della malattia: infatti gli standard di cura raggiunti ora devono affrontare il problema della sostenibilità e anche la ricerca deve fronteggiare uno smantellamento dei centri di studio, che vengono soppressi perchè troppo costosi. Nonostante ciò, spiegano gli organizzatori, la ricerca italiana produce risultati all’avanguardia nel mondo.

“In questo scenario – spiega il Prof. Massimo Andreoni, Presidente del Congresso e Presidente SIMIT, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali –gran parte del convegno sarà dedicato alla presentazione di studi condotti in Italia da circa 100 giovani ricercatori selezionati per le ricerche svolte. La conferenza quest’anno vede partecipare più di mille delegati di cui il 45% rappresentato da donne”.

Al congresso partecipano scienziati, ma anche rappresentanti delle associazioni dei malati proprio perchè le problematiche sono complesse e interrelate, come viene esemplificato nel caso del Lazio.

Il Lazio rappresenta una delle regioni maggiormente colpite – aggiunge il Prof. Massimo Andreoni – con una incidenza di nuovi casi di infezione di HIV pari a 8,8 casi per 100.000 persone residentiNella nostra regione sono stati segnalati circa 10.000 casi di AIDS. In conclusione, la sensazione che si percepisce è che la nuove possibilità terapeutiche che rendono oggi questa malattia controllabile nella maggior parte dei casi e un ridotto interesse da parte dei media abbia determinato una perdita di attenzione da parte della popolazione alla trasmissione di questa malattia. E’ utile ricordare che i farmaci che oggi possediamo sono estremamente efficaci ma non in grado di eradicare l’infezione e quindi il trattamento della malattia deve essere considerato cronico per tutta la vita con le conseguenze che questo può determinare

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