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Aids, giornata mondiale: “3 milioni di bambini infetti”

"L'età media del contagio è 32-33 anni. Per quanto riguarda il sesso dei soggetti infetti, il 75% sono maschi e il 25% sono femmine"

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 02.12.2012

AIDSA trent’anni dalla scoperta dell’AIDS (nel 1982 fu coniata tale sigla) si è celebrata la Giornata Mondiale di Lotta contro l’AIDS. I dati della SIMIT, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, dicono che ci sono 3 milioni di bambini infetti e che la terapia antiretrovirale, seppur nella sua complessità, permette a molte persone di svolgere una vita pressoché normale e ad avere ripreso la propria attività lavorativa.

Sono circa 40 i milioni di persone infettate dal virus o malate di AIDS; di queste circa la metà sono donne e più di 3 milioni sono bambini di età inferiore ai quindici anni. Ogni anno si ammalano circa 5 milioni di persone e tre milioni sono i decessi dovuti ad AIDS. E’ stato calcolato che ogni giorno ci sono 14.000 nuove infezioni da HIV, per cui una persona si infetta ogni 6 secondi, una persona muore ogni 9 secondi e vi è un nuovo bambino orfano ogni 14 secondi.

“Oggi la terapia antiretrovirale – spiega il Prof. Massimo Andreoni, docente a Tor Vergata e prossimo presidente eletto SIMIT – seppur nella sua complessità, permette a molte persone di svolgere una vita pressoché normale e ad avere ripreso la propria attività lavorativa. Ovviamente grandi differenze ancora esistono tra le diverse nazioni sulla possibilità di utilizzare i diversi farmaci e nei paesi più poveri l’AIDS rimane una vera e propria calamità che ha portato una riduzione drammatica nella aspettativa di vita di queste popolazioni.”

Tra le patologie infettive che rappresentano circa il 25% delle cause di morte nel mondo, l’AIDS e al secondo posto per frequenza come causa di morte, dietro solo alle infezioni respiratorie. Si calcola che oggi in Italia vi siano più di 100.000 persone infettate da HIV e che dall’inizio dell’epidemia siano deceduti più di 35.000 malati. Secondo le ricerche della SIMIT, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, si calcolano circa 1.500 nuove infezioni ogni anno, con una stima di circa 150 mila infetti totali di cui però solo solo il 60% sa di essere infetto.

“La diagnosi si fa attorno ai 38 anni per gli uomini e 37 anni per le donne – aggiunge il Prof. Massimo Andreoni – calcolando che l’infezione è avvenuta, in media, alcuni anni prima di quando si scopre la sieropositività, l’età media del contagio è 32-33 anni. Per quanto riguarda il sesso dei soggetti infetti, il 75% sono maschi e il 25% sono femmine. Nelle grandi città c’è una maggiore prevalenza di positività rispetto ai piccoli centri. La diagnosi viene fatta più tardivamente nel Sud dell’Italia e nelle Isole, a dimostrazione che al Nord e al Centro esiste una maggiore attenzione alla malattia, soprattutto per quanto riguarda l’effettuazione del test.”

Due, a tal proposito, i consigli degli infettivologi della Simit: usare sempre il profilattico perché, seppur esiste una terapia efficace, la cura è molto impegnativa e deve essere fatta per tutta la vita. E, se avete il dubbio, fate il test, che è gratuito presso la maggior parte delle strutture ospedaliere.

Nel 1982, nel corso di un congresso internazionale, successivamente alla comparsa di nuovi casi che avevano colpito sia soggetti omosessuali che tossicodipendenti e quattro bambini, fu deciso di dare una nuova denominazione alla malattia: AIDS (acquired immune deficiency sindrome, sindrome da immunodeficienza acquisita). Nel 1993 comunque, l’AIDS era diventato la prima causa di morte negli USA per i soggetti di età compresa tra i 25 e i 44 anni.

In questi ultimi anni sono stati fatti enormi progressi nel campo della terapia. Infatti, dal 1987 anno in cui è stato commercializzato il primo farmaco attivo su HIV, numerose molecole antiretrovirali sono state prodotte dalle industrie farmaceutiche. Oggi possediamo più di 20 farmaci attivi e quindi anche il fenomeno della farmacoresistenza, che un virus così mutevole come HIV ha rapidamente generato, può essere controllato. Comunque si può affermare che la grande svolta nella terapia dell’infezione si è avuta nel 1995 con la entrata in commercio degli inibitori della proteasi e con la dimostrazione che solo una terapia altamente efficace con almeno tre farmaci diversi era in grado di controllare l’evoluzione della malattia.

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