La crisi economica ha messo sotto pressione i tassi di natalità negli ultimi dieci anni in Europa. In media, più il tasso di disoccupazione è aumentato, maggiore è stata la diminuzione della fertilità rispetto al numero di figli attesi senza la crisi. Questo è il risultato di un nuovo studio condotto dal Max Planck per il Demographic Research (MPIDR) a Rostock, in Germania. I demografi del MPIDR Michaela Kreyenfeld, Joshua Goldstein e Aiva Jasilioniene hanno pubblicato la loro analisi fatta insieme a Deniz Karaman Orsal della Leuphana University di Lüneburg, sulla rivista online “Demographic Research” .
Gli effetti maggiori sono stati osservati nei giovani adulti. Gli europei di età inferiore ai 25 hanno infatti evitato di fare figli di fronte alla crescente disoccupazione. Il calo numerico dei figli per donna si registra sopratutto riguardo le prime nascite. Ciò significa che, nel corso dell’ultimo decennio i giovani europei hanno rinviato la formazione di una famiglia propria.
Se questo li porterà a non avere figli per tutta la vita è una questione aperta. Ora però la maggior parte di loro potrebbe semplicemente avere intenzione di rimandare. Se e come le condizioni economiche possano influenzare la fertilità è una delle grandi questioni aperte nella ricerca demografica. E il nuovo studio MPIDR dimostra che l’entità della disoccupazione in un paese europeo contemporaneo ha un grande effetto sui tassi di natalità.
Tuttavia, questa connessione varia da fattori quali le politiche della famiglia e la sicurezza del lavoro che sono diversi per ogni nazione. Ad esempio, i tassi di natalità in Europa meridionale sono fortemente più colpiti dall’aumento della disoccupazione. “Questo riflette la situazione particolarmente instabile del lavoro all’inizio della vita lavorativa nei paesi del sud”, dice Kreyenfeld.
Le conseguenze della recessione si sono fatte sentire dall’ inizio del 2008. “La crisi finanziaria ha colpito l’Europa in un momento in cui i tassi di natalità di molti paesi avevano appena iniziato ad aumentare di nuovo”, continua Michaela Kreyenfeld.
Il MPIDR, infatti, aveva osservato in studi precedenti che l’era di bassissima fecondità in Europa era giunta al termine e che ci fosse un’inversione di tendenza . Una battuta d’arresto notevole si è verificata, ad esempio, in Spagna, Ungheria, Irlanda, Croazia e Lettonia. La Spagna ha subito un cambiamento particolarmente distinto. A partire da una media di 1,24 figli per donna, all’inizio del millennio, la fertilità era salito ogni anno, raggiungendo i 1,47 nel 2008. Nel 2009, tuttavia, il tasso di natalità è sceso a 1,40 dopo il tasso di disoccupazione è balzata dal 8,3 per cento del 2008 al 11,3 per cento nel 2009, scendendo infine a 1,36 nel 2011 (dati più recenti disponibili).
Precedentemente i tassi di crescita si erano arrestati in paesi come la Repubblica Ceca, la Polonia, il Regno Unito e l’Italia. Germania, Austria e Svizzera non danno invece risultati significativi, poiché in questi paesi i tassi di disoccupazione non sono aumentati molto. Per la Germania infatti sono addirittura diminuiti.
I ricercatori hanno utilizzato dati che vanno dal 2001 al 2010 per il loro studio (alcuni paesi fino al 2011). E’ però possibile che gli effetti negativi della crisi sui tassi di natalità continuino.