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Il suicidio in Giappone: una sfida seria e urgente per la nazione

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 31.08.2011

Più di 30 000 persone giapponesi si tolgono la vita ogni anno, una statistica che è rimasta abbastanza costante dalla crisi finanziaria asiatica del 1997.

Un’inchiesta del Lancet guarda a queste cifre allarmanti e a ciò che è stato fatto per porvi rimedio. Il commento è del professor Yutaka Motohashi, del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’ Akita University Graduate School of Medicine, in Giappone.

Il professore Motohashi dice: “Significativamente, i cambiamenti nel tasso di disoccupazione e dei tassi di suicidio sono stati simili … E ‘probabile che questo scenario negativo socioeconomico sia associato con la tendenza al suicidio in Giappone.”

Il governo giapponese ha introdotto iniziative speciali, oltre agli sforzi per controllare l’accesso a luoghi pericolosi e l’uso di droghe. Ad esempio, ha creato progetti pilota per la prevenzione del suicidio in sei città della prefettura di Akita: questi esperimenti hanno dimostrato che i metodi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria adottati contemporaneamente e con costanza hanno comportato una riduzione costante del numero di suicidi nella comunità. Tali azioni hanno aumentato la consapevolezza e hanno impedito l’isolamento, e hanno visto il tasso di suicidi nelle città dimezzarsi fra il 1999 e il 2004.

Le nuove leggi nazionali nel 2006 e nel 2007 e i principi elaborati per trattare la problematica del suicidio, le campagne pubblicitarie televisive negli ultimi anni hanno visto una caduta dei tassi di suicidio durante i mesi in cui erano attive, con più alti tassi di successo nelle aree rurali, una scoperta che, afferma il professor Motohashi dovrebbe essere indagata ulteriormente. Le misure del Piano 2008 per accelerare la Prevenzione del Suicidio sono rivolte alle persone con malattie mentali e problemi di dipendenza ad alto rischio di suicidio, affermando che sia necessario un coordinamento corretto e precoce tra psichiatri e medici.

Il professor Motohashi conclude: “Aumentare gli sforzi per migliorare la consapevolezza sulla depressione e i progressi verso l’eliminazione dei pregiudizi potrebbe aiutare ad aumentare il tasso di consultazione in caso di depressione, portando quindi ad un adeguato trattamento psichiatrico secondo schemi necessari anche per i medici di famiglia che dovrebbero indirizzare i propri pazienti verso gli specialisti. La chiave per ridurre con successo il tasso di suicidi in Giappone è dunque l’utilizzo di approcci multidisciplinari e interprofessionali per sviluppare adeguate misure di prevenzione del suicidio e la loro applicazione su scala più ampia. “

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