Gaianews

Pellegrinaggi religiosi e superbatteri: scoperta relazione

Scritto da Elisa Corbi il 18.02.2014

Una nuova ricerca ha dimostrato che la diffusione dell’antibiotico-resistenza in uno dei luoghi più incontaminati dell’ Asia è legata agli annuali pellegrinaggi religiosi nella regione.

Gli esperti dell’Università di Newcastle, Regno Unito, e l’Indian Institute of Technology di Delhi (IIT-Delhi), hanno analizzato acqua e sedimenti in sette siti lungo il fiume Gange, ai piedi dell’Himalaya.

Gange

E’ stato rilevato che durante i mesi di maggio e giugno, quando centinaia di migliaia di visitatori si recano a Rishikesh e Haridwar per visitare i luoghi sacri, i livelli di geni che portano l’antibiotico-resistenza dei “superbatteri” risultano essere circa 60 volte maggiori rispetto ad altri periodi dell’anno.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Environmental Science and Technology, e si focalizza sull’importanza di proteggere le persone che visitano e vivono questi siti, ma anche di fare in modo che nulla interferisca con queste importanti pratiche religiose.
“Questo non è un problema locale, ma globale”, spiega il professor David Graham, ingegnere ambientale presso l’Università di Newcastle che ha trascorso oltre dieci anni a studiare la trasmissione ambientale della resistenza agli antibiotici in tutto il mondo”.

“Abbiamo studiato le aree di pellegrinaggio perché abbiamo sospettato che tali luoghi avrebbero fornito nuove informazioni sulla trasmissione della resistenza attraverso l’ambiente, continua Graham.
“I visitatori provenienti da altre regioni possono sovraccaricare i sistemi di gestione dei rifiuti locali, e questo riduce stagionalmente la qualità delle acque nei siti normalmente incontaminati. Il gene di questa specifica resistenza che abbiamo studiato, viene chiamato blaNDM-1, e rappresenta la causa estrema della multi-resistenza in molti batteri, quindi dobbiamo capire come questo gene si diffonde nell’ambiente”.

L’obiettivo della ricerca era quello di capire come la resistenza agli antibiotici è stata trasmessa a causa di una specifica attività umana, in particolare nelle regioni densamente popolate con servizi igienici poco efficaci e con una scarsa qualità dell’acqua.

Mettendo a confronto la qualità delle acque del Gange nel mese di febbraio e in seguito nel mese di giugno, il team ha dimostrato che i livelli di blaNDM-1 erano 20 volte superiori durante la stagione dei pellegrinaggi che in altri periodi.

In tutto il mondo sta crescendo la preoccupazione per la minaccia di batteri che sono resistenti ai cosiddetti “last resort”, antibiotici noti come Carbapenemi, soprattutto se la resistenza è acquisita da agenti patogeni aggressivi.

Di particolare interesse è NDM-1, una proteina che conferisce resistenza a una gamma di batteri.

Fino a poco tempo fa i ceppi che portano blaNDM-1 sono stati trovati solo in ambito clinico, ma nel 2008, sono stati trovati anche nelle acque superficiali a Delhi. Da allora blaNDM-1 è stato trovato in altre parti del mondo.

Attualmente ci sono pochi antibiotici per combattere i batteri che sono resistenti ai carbapenemi e la diffusione a livello mondiale riguardo blaNDM-1 è una preoccupazione crescente.

“Quello che gli uomini hanno fatto tramite un uso eccessivo di antibiotici è accelerare il tasso di evoluzione, creando un mondo di ceppi resistenti che prima non esistevano”, spiega Graham.

“Attraverso l’uso eccessivo di antibiotici, la contaminazione dell’acqua potabile e altri fattori, abbiamo esponenzialmente accelerato la velocità con cui i superbatteri si potrebbero sviluppare.

L’unico modo per vincere questa lotta è comprendere tutte le vie che portano alla resistenza agli antibiotici. Noi sosteniamo che una migliore gestione dei rifiuti e una migliore qualità dell’acqua su scala globale siano passi fondamentali.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA