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Jet-lag causato dalla vasopressina: passo in avanti verso il farmaco

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 04.10.2013

I ricercatori dell’Università di Kyoto sembrano essere vicini alla realizzazione di un farmaco in grado di cancellare il fastidioso effetto del jet-lag. I ricercatori hanno infatti scoperto che il ritmo della ripresa dal jet lag può essere determinato da un ormone chiamato vasopressina che opera nel cervello, secondo lo studio condotto su modelli murini.

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Chi è costretto a viaggiare spesso o anche chi è costretto a lavorare su turni anche di notte, conosce bene quanto possa essere fastidioso il jet-lag, cioè la difficoltà del nostro corpo ad abituarsi ad un diverso fuso orario. Questa nuova ricerca a firma di scienziati giapponesi sembra far nascere una speranza per la creazione di un farmaco.

L’affaticamento e gli altri sintomi del jet lag sorgono quando l’orologio circadiano interno del corpo è fuori sincronia con i cicli luce-buio dell’ambiente. La maggior parte del tempo siamo consapevoli di questo sistema perché si sincronizza completamente con cicli luce-buio ambientali, ma viaggiare rapidamente attraverso più fusi orari può disaccoppiare il nostro orologio interno.

A livello molecolare e cellulare, questo fenomeno è ancora poco conosciuto. Studiando topi geneticamente modificati in condizioni sperimentali che simulano il jet lag, Yoshiaki Yamaguchi ha scoperto che i topi privi di recettori per la vasopressina,  recuperano più velocemente dal jet lag.

Indagando più approfonditamente i ricercatori   hanno scoperto che la vasopressina invia una segnalazione in una regione del cervello chiamata nucleo soprachiasmatico (SCN) e questa può essere la causa del jet lag.

SCN è il principale responsabile per la stabilità del ritmo del corpo su un periodo di 24 ore. Come un pendolo, la vasopressina  nell’SCN crea una forte stabilità ritmica. Questo potrebbe spiegare perché ci vogliono diversi giorni  per i viaggiatori per abituarsi al nuovo fuso orario.

I ricercatori sono riusciti a sopprimere la segnalazione della vasopressina grazie ad uno speciale composto.

Questi risultati aprono alla creazione di farmaci che possono essere somministrati a chi viaggia frequentemente o a coloro che svolgono lavori che li costringono a turni di notte.

 

 

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